Pazzi per il petrolio. Dopo 20 anni gli italiani aumentano i consumi
I prezzi bassi e l’aumento di vetture immatricolate interrompono la discesa della domanda petrolifera. I costi del rifornimento
I consumi petroliferi italiani, secondo i dati provvisori dell’Unione petrolifera, nel 2015 sono stati pari a circa 59,7 milioni di tonnellate, con un aumento del 3,6% (+2.090.000 tonnellate) rispetto al 2014. Si interrompe così per la prima volta dopo vent’anni la discesa continua della domanda di petrolio espressa dai consumatori italiani.
La benzina ha mostrato una flessione dell’1,2% (-98.000 tonnellate), mentre il gasolio è cresciuto dell’1,8% (+410.000 tonnellate).
Nel 2015, le vendite sulla rete di benzinai hanno segnato un calo dell’1% per la benzina e un aumento del 2,1% per il gasolio. La somma dei soli carburanti (benzina+gasolio), pari a 31 milioni di tonnellate, evidenzia un incremento dell’1,0% (+312.000 tonnellate). Nello stesso periodo le nuove immatricolazioni di autovetture sono risultate in crescita del 15,8%, con quelle diesel a coprire il 55,6% del totale (era il 55,1% nel 2014).
Nel mese di dicembre 2015 i consumi petroliferi sono ammontati a circa 5,3 milioni di tonnellate, con un aumento pari al 5,5% (+276.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2014. Questo incremento è da attribuire alla concomitanza di diversi fattori: un giorno di consegna in più, la consistente riduzione dei prezzi e condizioni meteo favorevoli.
La domanda totale di carburanti (benzina+gasolio) nel mese di dicembre e così risultata pari a circa 2,7 milioni di tonnellate, di cui 0,7 milioni di tonnellate di benzina e 2,0 di gasolio autotrazione, con un incremento dell’1,8% (+49.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2014.
L’Unione petrolifera osserva che “da giugno 2015 ad oggi il prezzo della benzina è diminuito complessivamente di oltre 21 centesimi di euro al litro, mentre quello del gasolio di circa 28 centesimi, riflettendo appieno la discesa del greggio e dei prodotti raffinati sui mercati internazionali.
A livello industriale il prezzo italiano è inoltre assolutamente in linea con quello medio dei paesi dell’area euro”.