Energia

Stime di Fatih Birol: la debolezza dei prezzi ha finito per “zavorrare” produzione non Opec

Il mercato del petrolio dovrebbe ritornare all'equilibrio il prossimo anno, anche grazie ai tagli all'offerta nei Paesi non aderenti al cartello degli esportatori. È il pronostico del direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia, Fatih Birol, che ha ribadito come la caduta delle quotazioni dei mesi passati abbia spinto i giganti del settore a tagliare gli investimenti in nuova produzione.

Di là dall’incontro fallito a Doha fra i Pesi Opec e alcuni Paesi produttori fuori dal cartello, i prezzi persistentemente bassi “hanno iniziato a impartire un freno” ai produttori non Opec, specialmente negli Usa, ha detto Birol durante un convegno in Giappone. Su quest'anno l'Aie prevede un rallentamento della crescita della domanda globale di petrolio a 1,2 milioni di barili al giorno in più, da 1,8 milioni del 2015. 

Anche se non aveva raggiunto l’intento di regolare i prezzi del greggio, la decisione di convocare per il 17 aprile scorso a Doha un incontro allargato Opec-Paesi “è un primo passo verso un accordo più solido che non arriverà subito, probabilmente, ma è un comunque un primo passo”. Così Davide Tabarelli, presidente di Nomisma energia e docente all'Università di Bologna, ha commentato il vertice allargato dei produttori di petrolio in Qatar.
Secondo Tabarelli è persino possibile che si arrivi a un “accordo entro quest'anno per un taglio della produzione e i prezzi ricominceranno a salire” perché Arabia Saudita e Iran riusciranno ad arrivare a un'intesa, senza la quale tagliare la produzione non sarà possibile. Tuttavia “ci vorrà ancora un po’ di tempo perché l'Iran prenda parte a questo accordo”.