Petrolio che cambia. Descalzi: emergenza e investitori hanno accelerato la corsa alla transizione energetica
In un’intervista a Reuters l’ad di Eni racconta il cammino verso la riorganizzazione dell’azienda; la richiesta degli investitori è che il settore diventi più verde
Trasformare la major petrolifera e del gas in un'azienda più green, concentrandosi su prodotti a bassa emissione per creare un vasto bacino di clienti che stabilizzi il business e attragga investitori che chiedono maggiori impegni verso il green. È la strada delineata da Claudio Descalzi, ad di Eni in un’intervista a Reuters nella si è soffermato sul ruolo della compagnia nella transizione energetica la quale, dice, ha subìto un'accelerazione dopo l'emergenza coronavirus. "In questi prossimi 3 anni voglio tracciare un cammino completamente irreversibile per il gruppo", ha detto il manager.
Il gruppo intende introdurre nuove materie prime per alimentare bio-raffinerie e centrali elettriche tra cui biogas, grassi animali e rifiuti inorganici, nel tentativo di sviluppare i prodotti puliti che aumenteranno il pool di clienti da 9 milioni a oltre 20 milioni di 2050. "Stiamo ottenendo rendimenti del 15% sulle nostre bio-raffinerie, e questo aumenterà ulteriormente quando toglieremo l'olio di palma entro la fine del 2022", spiega Descalzi. "Quindi possiamo confrontare i rendimenti con le attività a monte solo con un rischio inferiore".
“Ciò che è chiaro è che dobbiamo fornire diversi tipi di prodotti energetici ai nostri clienti", ha spiegato. Lo scorso febbraio Eni si è impegnata a ridurre dell'80% le emissioni di gas serra in una delle più ambiziose spinte verso la transizione energetica in un settore sotto pressione degli investitori affinché diventi più verde. Per fare ciò avrà meno petrolio e più gas nel portafoglio, costruirà capacità rinnovabile, convertirà le raffinerie in biocarburanti e intensificherà i progetti di silvicoltura e cattura di carbonio. "L'impatto del Covid-19 sarà con noi per un anno o due ed è per questo che abbiamo lavorato molto velocemente sulla nostra nuova riorganizzazione", spiega Descalzi. Eni ha diviso in due il business, creando una divisione per concentrarsi sull'energia pulita. Il piano arriva in un momento in cui il settore petrolifero e del gas si trova ad affrontare un crollo della domanda a seguito dell'epidemia di coronavirus e una incertezza sul lungo termine in un quadro che vede i governi mobilitarsi contro i cambiamenti limatici.
Descalzi ha respinto i timori sul fatto che allontanarsi dal petrolio potrebbe minare i rendimenti poiché le nuove imprese "Energy Evolution" sono a minore intensità di capitale e meno rischiose, con circa l'80% della nuova energia nei paesi Ocse.