Petrolio. Risarcimento miliardario per l’incidente Bp nel Golfo del Messico
Emessa la sentenza conclusiva, che prevede anche le sanzioni e il danno ambientale. Il commento del Wwf
Un tribunale federale ha emesso nei giorni scorsi la sentenza definitiva di risarcimento per 20 miliardi di dollari a carico della compagnia petrolifera inglese Bp per la fuoriuscita di petrolio e la morte di 11 operai provocati nel 2010 da un incidente (il più grave nella storia americana) alla piattaforma Deepwater Horizon, nel Golfo del Messico. Il risarcimento, già noto dall’estate scorsa, comprende 5,5 miliardi di dollari di sanzioni civili in base al Clean Water Act e il risarcimento del danno ambientale.
Il commento del Wwf - Secondo il Wwf, “è difficile che in Italia ci siano strumenti efficaci per prevenire un danno ecologico, sociale, ambientale quale quello provocato nel Golfo del Messico”. Secondo l’associazione, prima di concedere qualsiasi autorizzazione agli impianti vanno perfezionate le valutazioni ambientali su piani e progetti, devono essere compiute serie valutazioni del rischio e si verifichi la capacità tecnico-finanziaria di chi richiede le concessioni, in modo da valutare se queste diano sufficienti garanzie in caso di incidenti che provochino gravi danni agli ecosistemi, come richiesto esplicitamente dalla Direttiva Comunitaria 2013/30/UE Offshore.
Con il recepimento "all'italiana" della Direttiva Offshore (decreto legislativo 145/2016) il Governo, invece di costituire un'autorità indipendente da chi si occupa della regolamentazione in materia di sviluppo economico per evitare i conflitti di interesse (come richiesto esplicitamente dalla normativa comunitaria) “ha costituito l'ennesimo Comitato interministeriale, in cui siede il direttore generale dell'Unmig (la direzione del Ministero dello Sviluppo Economico, che si occupa di miniere e idrocarburi) e ha creato una rete territoriale sotto il controllo degli uffici dell'Unmig”, dice il Wwf. “È questo il miglior modo - osserva l’organizzazione ambientalista - per non far venire alla luce l'Autorithy, che ha tra i suoi compiti proprio quelli relativi alle attività di controllo e vigilanza sui grandi rischi e quindi sulle condizioni di sicurezza e di risposta all’emergenza”.