Petrolio. Lo shale oil sconvolge il mercato: record Usa nel 2018
L’Agenzia internazionale dell’energia conferma che l’estrazione statunitense di petrolio coprirà l'80% della crescita della domanda nei prossimi tre anni
L'Energy Information Administration degli Stati Uniti ha aumentato le stime sulla produzione petrolifera nel 2018 e nel 2019. Nel suo Short-Term Energy Outlook mensile, l'Eia si aspetta che nell'anno in corso gli Usa producano 10,7 milioni di barili al giorno, l'1% in più dei calcoli elaborati in precedenza. Se il target fosse centrato, sarebbe pari alla media più alta di sempre in Usa e superiore al record precedente, pari a 9,6 milioni di barili al giorno del 1970. Per l'anno venturo si aspetta un output di 11,27 milioni di barili al giorno (+0,8%). L'agenzia ha inoltre tagliato le sue attese sui prezzi del barile: il WTI nel 2018 è visto a quota 58,17 dollari al barile (-0,2%) e il Brent a 62,13 dollari (-0,4%).
L’Agenzia internazionale dell’energia, da Parigi, conferma che la produzione Usa di petrolio coprirà l'80% della crescita della domanda nei prossimi tre anni. Nel rapporto annuale, l’organizzazione rileva che grazie allo shale oil gli Stati Uniti rafforzeranno la posizione di leader mondiale che, sempre secondo recenti stime dell'Aie, dovrebbero raggiungere il prossimo anno.
A dividersi il resto dell'incremento saranno Brasile, Canada e Norvegia. Tuttavia, sottolinea ancora l’Aie, saranno necessari molti investimenti per coprire il previsto aumento della domanda: l'industria petrolifera deve infatti recuperare il calo degli investimenti registrato nel 2015-2016 e dovuto al crollo dei prezzi.
Secondo l’organizzazione, la domanda mondiale di greggio aumenterà di 6,9 milioni di barili al giorno a 104,7 milioni entro il 2023 e sarà spinta soprattutto dal recupero dell'Asia. La Cina, in particolare, rimane il "principale motore della crescita dei consumi, anche se politiche più stringenti in tema ambientale freneranno l'aumento".