Energia

Il progetto è emerso dalle intercettazioni ambientali disposte dalla Dda catanzarese diretta da Nicola Gratteri in un ristorante

Un traffico internazionale di carburanti provenienti dal Kazakistan per alimentare la rete di distribuzione che sorge accanto a quella legale. È quanto emerge nelle pieghe dell'operazione, portata a termine dalle Procure di Roma, Napoli, Catanzaro e Reggio Calabria. Le intercettazioni ambientali, disposte dalla Dda di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri in un ristorante tipico di Vibo, hanno rilevato una riunione tra vari personaggi: un imprenditore locale di carburanti, un estrattore petrolifero asiatico del Kazakistan, due interpreti ed altrettanti intermediari.
 
Assieme a loro anche rappresentanti delle famiglie mafiose vibonesi. Al centro dell'incontro un progetto ingegneristico e commerciale, consistente nella realizzazione di un deposito costiero di prodotti petroliferi nell'area industriale di Vibo Valentia, da collegare - attraverso una condotta sottomarina - ad una cisterna galleggiante al largo della costa tirrenica calabrese. Un incontro cui ne seguirono altri, fino a che il progetto venne accantonato per l'arresto con l'accusa di omicidio di uno degli intermediari.