La relazione annuale dell’Autorità dell’energia: il crollo elettrico del 2013
La produzione ha avuto la caduta più forte di questi anni di crisi, -3,8%. L’Eni supera l’Acea
Nel 2013 la produzione nazionale lorda di energia elettrica è scesa del -3,8% a 287 miliardi di chilowattora, registrando il calo più forte dalla crisi del 2008-2009 (nel 2012 era -1%). Lo rileva l'Autorità per l'energia nella Relazione annuale, indicando che i principali produttori sono l’Enel con 89,9 miliardi di chilowattora, l’Edison con 18,7 miliardi e l’Eni che, con i suoi 10,4 miliardi di chilowattora, conquista il posto di Acea, ora quarto gruppo nazionale con 9,9.
La quota di produzione dell’Enel si è attestata al 25,2% contro il 25,1% del 2012; in calo Eni (dal 9,4% all'8,5%) ed Edison (dal 7,1% al 6%) mentre A2A (+3,1%) ed Erg (+3,1%) sono in leggero aumento.
Nella vendita finale, nonostante la costante erosione delle quote (dal 37,8% del 2012 al 34,9% del 2013) Enel resta l'operatore dominante, con il 76% del totale dell'energia fornita ai clienti domestici ed il 43% ai non domestici in bassa tensione; l'Eni è terza con il 4,1% per effetto di vendite importanti a clienti non domestici seguita da Acea con il 3,9%.
La discesa sotto la soglia dei 300 miliardi di chilowattora è “una contrazione ben maggiore di quella registrata dal Pil nello stesso periodo, pari a -1,9%”, ha detto il presidente dell'Autorità dell’energia, Guido Bortoni. Deboli i dati anche per i consumi che, anche per la domanda, mostrano un calo del 6,5% rispetto al 2012.
“Una preoccupazione, che condividiamo col Governo e le istituzioni europee, è quella per i prezzi finali ancora alti in Italia e in crescita in tutta Europa. Sintomo di un sistema - ha aggiunto - non ancora in grado di trasmettere ai consumatori finali i benefici del calo nei mercati all'ingrosso”.