Relazione Autorità: le rinnovabili devono convivere con il termoelettrico. Servono infrastrutture e bond per l’acqua
Nell’intervento annuale il presidente dell’Authority per l’energia, Guido Bortoni, affronta la questione elettrica ipotizzando la remunerazione della capacità non prodotta come “una buona soluzione”. Per le rinnovabili invoca un’operazione trasparenza sugli incentivi “per non gravare i consumatori di un carico insostenibile”. E per il sistema idrico si punta a strumenti di finanziamento ulteriori, come i project bond
“È necessaria una positiva integrazione delle fonti rinnovabili con quelle tradizionali anche alla luce del peso degli oneri di sistema e delle tasse sulle bollette che sta riducendo fortemente gli effetti positivi del mercato”. È quanto ha detto il presidente dell’Autorità per l’energia, Guido Bortoni, nel corso della tradizionale relazione annuale che ha toccato questa mattina i numerosi nodi del panorama energetico nazionale partendo dal drammatico crollo dei consumi a causa della crisi.
Riprendendo diversi obiettivi del governo tecnico Monti, il presidente ha anche ribadito la necessità di investimenti in infrastrutture come, per esempio, i rigassificatori, ma ha anche sottolineato la bontà dell’abbassamento del costo del gas grazie ai contratti spot. In materia elettrica, Bortoni ha invece puntato il dito contro tassazioni e interventi statali (specie i famigerati oneri di sistema) che hanno ridotto di molto i benefici derivanti dal mercato. Nel mirino anche gli incentivi alle rinnovabili, “chiamate” a integrarsi con le fonti fossili per far diminuire il costo delle bollette e rilanciare il settore termoelettrico da sostenere anche attraverso il capacity payment. In questo senso, ha chiarito, “lo schema sviluppato dall’Autorità nel 2011-2012 appare una buona soluzione”.
Crollo dei consumi energetici – A livello nazionale, ha detto Bortoni, “la domanda di energia è in picchiata ai livelli del 1998 e non c’è segno di ripresa. Il forte incremento della produzione di shale gas negli Usa ha ampliato la forbice dei prezzi con la Ue e costituisce un macigno per la competitività delle imprese anche in Italia”. Il calo dell’attività economica, rivelatosi nella perdita di ben sette punti di pil dal 2008 a oggi, si è riflesso anche nella picchiata della domanda di energia del paese, che nel 2012 è tornata ai livelli del 1998 e non dà segni di ripresa.
Nel settore del gas, ha aggiunto, si registra un’ulteriore severa restrizione della domanda nazionale: circa il 3,5% in meno nel 2012, dopo il meno 6,3% dell’anno precedente. “Sul lato dell’offerta mondiale vi sono importanti novità di cui, come europei, non riusciamo ancora ad approfittare appieno”, ha avvertito il capo dell’Authority.
I benefici nel gas grazie ai contratti spot – “Nel gas, le bollette sono in calo a seguito delle riforme introdotte dall’Autorità dal 2011. Con l’avvio del bilanciamento di merito economico è stato azzerato lo spread dei prezzi all’ingrosso con i paesi Ue – ha spiegato ancora Bortoni – con la principale finalità di trasferire a tutti i clienti i benefici derivanti dai prezzi spot all’ingrosso della materia prima allineati a quelli europei”.
Per il cliente tipo domestico in tutela la riduzione attesa del prezzo finale dal primo aprile al primo ottobre 2013 è dunque del 7%, incorporando anche la prima riduzione del 4,2% decisa lo scorso aprile che si applicherà per i consumi del trimestre invernale.
Infrastrutture e hub – Per le infrastrutture, si legge nella relazione, sono necessari ingenti investimenti su scala europea, selettività e metodologie condivise a livello comunitario. Occorre rafforzare la cooperazione con i paesi del Mediterraneo e i Balcani.
Per Bortoni, in particolare, è di primaria importanza la questione della scelta dei nuovi investimenti: “Nei prossimi anni l’Italia dovrà essere in grado di dedicare ingenti risorse al innovamento dei sistemi di misura del gas naturale e nel rafforzamento delle connessioni della nostra struttura energetica con il resto d’Europa, nonché nell’adeguamento delle reti di distribuzione elettrica”.
Oneri di sistema e rinnovabili – Per quanto concerne il settore elettrico, preoccupa invece l’Autorità per l’energia il crescente peso degli oneri di sistema sulle bollette: il continuo rialzo (più 10% in quattro anni per la famiglia tipo) sta riducendo gli effetti positivi del mercato. Indispensabile, quindi, a detta di Bortoni, “un’operazione trasparenza sugli incentivi sia diretti che indiretti per non gravare i consumatori di un carico insostenibile, soprattutto in tempi di crisi”.
Il rilievo, neppure troppo velato, è alle rinnovabili. Nel 2015, gli incentivi alle energie green “arriveranno a 12,5 miliardi di euro. Per evitare ulteriori aggravi di spesa è necessaria una positiva integrazione di queste fonti con quelle tradizionali: alle rinnovabili elettriche è richiesta responsabilizzazione rispetto agli alti costi indotti al sistema, alle fonti tradizionali innovazione, flessibilità ed esportazione verso la Ue”. “Adesso, per non gravare i consumatori di ulteriori costi – ha concluso Bortoni – l’unica prospettiva è che i due cicli di investimento si integrino, convivendo positivamente sullo stesso mercato elettrico”.
Nuove bollette – Al via poi l’operazione “bollette 2.0”, per documenti di fatturazione più semplici e trasparenti, attraverso un percorso innovativo e partecipato. L’Autorità punterà al miglioramento dei servizi dello Sportello per il consumatore, tra cui l’informazione e le nuove procedure di conciliazione.
Acqua e bond dedicati – Nei servizi idrici, l’obiettivo dell’Autorità è che l’acqua sia un bene comune di qualità. Occorre quindi rilanciare gli investimenti, introducendo strumenti come gli hydrobond per non gravare solo sulle tariffe. Necessari anche interventi a salvaguardia delle fasce più deboli e dei clienti più disagiati.
“Nell’attuale congiuntura economica non si può neppure demandare tutto il reperimento dei fondi per colmare il gap infrastrutturale e ambientale del paese alla fiscalità generale – ha sostenuto il relatore – che soffre ormai da tempo di ristrettezze. Sono da considerare strumenti di finanziamento ulteriori, come i fondi rotativi, o gli hydrobond e i project bond, che possono avere anche un forte connotato etico: rappresentano soluzioni per rendere disponibili capitali da investire nel settore, come volano per il rilancio della nostra economia in crisi”.
Leggi qui la relazione integrale del presidente dell’Autorità