La saga del deposito nucleare. Ora si punta sulle aree ex militari e sulle candidature dei Comuni
Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, nel corso dell’audizione in commissione d’inchiesta Ecomafie
Le aree ex militari che un tempo erano state escluse oggi potrebbero rientrare tra le sedi papabili del nuovo deposito di stoccaggio di scorie nucleari, poiché alcune di esse sono state oggi dismesse. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, nel corso dell’audizione in commissione d’inchiesta Ecomafie. Il tema nel tempo è rimasto costante: le aree idonee hanno visto sempre la forte opposizione da parte delle località individuate. Ora però la ricerca di soluzioni è diventata impellente tanto che l’altra strada punta ad candidature dei Comuni.
L’urgenza
“È chiaro che per le aree militari, la responsabilità è del ministero della Difesa, che potrà dire abbiamo aree o non abbiamo aree, oppure da parte di uno, due, dieci, degli 8mila comuni italiani nel dare la propria disponibilità”, ha detto il ministro. “A seguito di ciò il tutto verrebbe inserito nel processo di valutazione di Vas tuttora in corso per altri siti al ministero ma naturalmente deve esserci una condizione di idoneità rispetto a tutta una serie di parametri, che, in questo caso, non sono solo nazionali ma dell’Agenzia atomica internazionale – ha spiegato Pichetto. - Su questo c’è un’urgenza perché continuiamo ad aumentare di settimana in settimana la quantità di rifiuti nucleari. Poi confondiamo nel messaggio esterno il rifiuto nucleare con le barre delle ex centrali nucleari che comunque sono circa 22 metri cubi vetrificati ma ogni settimana aggiungiamo container di materiale che ha una provenienza civile essenzialmente di tipo ospedaliero”, ha concluso il ministro.