Secondo Greenpeace, le aziende russe del gas e del nucleare hanno influenzato le trattative sulla tassonomia europea
Grazie alla Tassonomia verde, la Russia potrebbe guadagnare quattro miliardi di euro in più all’anno, con un saldo positivo di 32 miliardi di euro al 2030
Un’indagine di Greenpeace Francia svela come i giganti russi degli idrocarburi Gazprom e Lukoil e l’azienda nucleare di stato russa Rosatom abbiano influenzato la definizione della cosiddetta “Tassonomia verde”, un elenco delle attività definite come eco-compatibili – e dunque finanziabili – dall’Unione Europea.
Cosa è stato scoperto
La ricerca di Greenpeace Francia rivela che le aziende energetiche russe hanno incontrato commissari europei e alti dirigenti della Commissione, sia direttamente che tramite aziende controllate o lobbisti ad esse collegate. Si contano almeno diciotto incontri dalla pubblicazione, nel marzo 2018, del Piano d’Azione della Commissione sulla finanza sostenibile. Secondo quanto raccolto da Greenpeace Francia, la Russia sarebbe il maggior beneficiario dell’inclusione del gas e del nucleare nell’elenco degli investimenti sostenibili dell’Unione Europea. Con il conseguente aumento del peso negoziale della Russia nei confronti dell’UE, si prospetta infatti un aumento del flusso di denaro che, tra l’altro, alimenta la guerra in Ucraina. L’indagine mostra come, grazie all’aumento di quantitativi di gas in Europa, che potrebbe essere favorito proprio dalla Tassonomia verde, la Russia potrebbe guadagnare quattro miliardi di euro in più all’anno, con un saldo positivo di 32 miliardi di euro al 2030. Inoltre, l’inclusione del nucleare nella Tassonomia permetterebbe a Rosatom di assicurarsi una fetta dei 500 miliardi di euro previsti per l’espansione del nucleare nell’Unione Europea. “Gazprom, Rosatom e Lukoil hanno organizzato una campagna per far sì che il gas e il nucleare ottenessero l'etichetta di sostenibilità dell'UE, rafforzando il potere geopolitico di Putin e rendendo l'Europa più dipendente dall'energia russa per i decenni a venire”, dichiara Ariadna Rodrigo di Greenpeace UE. “I crimini commessi dall'esercito di Putin in Ucraina - prosegue - sono un crudele promemoria di come la dipendenza dell'Europa dal gas fossile e dall'energia nucleare contribuisca attivamente alla guerra e alle violazioni dei diritti umani”.