Stop al gas russo in Europa via Ucraina. Faremo così (ce lo venderà Trump)
C’è tensione sui mercati dopo l’interruzione dei flussi dalla Russia. Il ministro Pichetto chiede un price cap a 50-60 euro/MWh. A subirne più gli effetti è la regione moldava della Transnistria rimasta al freddo, ma protesta anche la Slovacchia che minaccia ritorsioni sui profughi ucraini. Ora il rischio è un forte aumento sulle bollette degli italiani, ma il prezzo del gas ribassa
La Ue ha dato l’addio al gas russo, che dunque ha smesso di attraversare l’Ucraina per raggiungere l’Europa. Con lo scadere del 2024 non è stato rinnovato l’accordo tra Mosca e Kiev; un’intesa che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto più volte di non aver alcuna intenzione di rinnovare. Prima del febbraio 2022, quando scattò l’invasione da parte delle truppe del Cremlino, l’Unione europea importava circa il 40% del gas da Mosca. Nel 2023, questa percentuale è crollata all’8%, anche grazie a un inverno non particolarmente rigido. Ora però il freddo si fa sentire, i mercati del gas come quello di Amsterdam mantengono quotazioni basse (alla fine della scorsa settimana si viaggiava sotto i 50 euro/MWh) e le riserve a disposizione sono sempre da monitorare (quelle italiane al 77,9%). Ma ad oggi, complici anche gli accordi per l’arrivo di Gnl, i problemi non sembra così insormontabili.
Si fanno avanti gli Usa
In tutti i casi, a dare una mano al Governo in caso di bisogno ci sarà sicuramente il futuro presidente eletto Donald Trump - che ha ricevuto proprio in questi giorni la premier Giorgia Meloni - che ha già chiesto un aumento delle spese militari e minaccia dazi sull’export dei Paesi europei. Se non riuscisse a passare l’idea delle armi e dell’import, Trump virerebbe sulla possibilità di venderci il loro Gnl (gas naturale liquefatto) per compensare la quota residuale che fino a qualche giorno fa poteva arrivare da Mosca via Ucraina. E in effetti una fonte ha spiegato a La Stampa che il governo sta valutando di incrementare l’acquisto di Gln dall’estero con contratti spot di breve durata soprattutto da Stati Uniti, ma anche da Algeria e Libia.
Pichetto: un price cap
Getta acqua sul fuoco il nostro ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, il quale ha fatto il punto della situazione. “Per quanto riguarda la quantità di gas tranquillizzo tutti: non abbiamo problemi, in questo momento abbiamo uno stoccaggio che sfiora l’80%, pertanto riusciamo a fare fronte al passaggio invernale”. Per quanto riguarda i prezzi “ci sono alcuni rischi di speculazione, ma secondo molti analisti li abbiamo già scontati nell’ultimo mese”, aggiunge. “Credo che l’Ue dovrebbe a questo punto rinnovare l’eventuale price cap, e lo abbiamo chiesto, non a 180 euro come era in precedenza ma a 50-60. Questo significa anche porre un freno ad operazioni puramente finanziarie che non c’entrano nulla con la materia prima ma che poi pesano su famiglie e imprese”, sottolinea il ministro.
Transnistria e Slovacchia
Se nell’Unione europea al momento la situazione appare sotto controllo, c’è chi invece l’ha presa molto male la decisione (la Slovacchia) e chi sta decisamente peggio di noi (la regione filo russa della Transnistria, rimasta al freddo). In un video messaggio postato su Facebook, Fico ha dichiarato che prenderà in considerazione anche la possibilità di tagliare le forniture di energia elettrica all'Ucraina e chiederà il rinnovo dei transiti di gas o un risarcimento per le perdite finanziarie che, a suo dire, la Slovacchia ha subito a causa dell'interruzione del gas russo nel suo territorio. Secondo le stime dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, all'8 dicembre erano 130.532 i rifugiati ucraini in Slovacchia, la maggior parte dei quali ha attraversato direttamente il confine condiviso tra i due Paesi. Mentre in Transnistria – apprendiamo dall’agenzia Dire - molte fabbriche hanno dovuto chiudere in conseguenza dello stop dell’Ucraina alle importazioni e al transito di gas russo. Ad annunciarlo Sergei Obolonik, vice-capo del governo della regione separatista formalmente parte della Moldavia. Secondo il dirigente, informa la testata Novosti Pridnistrovja, l’attività continua solo negli impianti che producono alimenti. Gli stop sarebbero conseguenza del mancato rinnovo da parte ucraina dei contratti quinquennali di fornitura di gas dalla Russia, scaduti il 31 dicembre scorso. Sia la Moldavia che la Transnistria, dove dalla disgregazione dell’Urss negli anni Novanta è di stanza un contingente di peacekeeper russi, sono storicamente dipendenti dal metano siberiano che giunge attraverso i condotti di Kiev.
La stangata
Quando i produttori chiudono i rubinetti, la principale conseguenza della riduzione di materia prima è la paura che si traduce sui mercati con l’aumento dei prezzi che dal mercato olandese Ttf arriva alle bollette. Va ricordato che nei giorni scorsi il mercato olandese Ttf segnava, al contrario, prezzi in ribasso. La prima stangata in arrivo è giunta per le bollette della luce degli utenti più fragili (+18,2% nel primo trimestre 2025). Ma anche per tutti gli altri non andrà meglio. Secondo un'analisi di Facile.it, nei prossimi dodici mesi per una famiglia tipo nel mercato libero ci sarà un rincaro di 272 euro tra luce e gas. Secondo lo studio, l'aumento più corposo sarà sulla bolletta del gas: per una famiglia tipo la spesa annuale passerà dagli attuali 1.744 euro l'anno a 1.920 euro, con un aumento di 176 euro. Per quanto riguarda la bolletta dell'energia elettrica, invece, l'incremento sarà di 96 euro, con una spesa annuale che passerà da 826 euro a 921 euro.