Strategia energetica nazionale - Commenti e reazioni
Per il ministro dell’Ambiente Clini è un “volano per la crescita”. Claudio Andrea Gemme, Presidente di Anie Confindustria, si augura che la questione sia in cima all’agenda del nuovo governo e che venga reso operativo il prima possibile. Gli ambientalisti sono scettici e si chiedono il motivo per cui gli utenti si dovrebbero accollare il costo dell’hub che l’Europa non ha mai detto di volere
Con il decreto interministeriale Sviluppo economico-Ambiente sulla Strategia energetica nazionale “lasciamo al Parlamento e al governo un modello di lavoro integrato, che rappresenta l'integrazione della politica ambientale e di sviluppo ed è volano per crescita. Un punto forte che con più tempo a disposizione avremmo esplicitato meglio”. Così il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, alla presentazione alla stampa delle linee principali della Strategia energetica nazionale (Sen) assieme al collega dello Sviluppo economico Corrado Passera e al sottosegretario allo Sviluppo Claudio De Vincenti.
La Sen, ha aggiunto Clini, “mette in chiaro come gli investimenti e le prospettive dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili sono un volano per la crescita, per le politiche energetiche. Le politiche ambientali che hanno rappresentato l'obiettivo di riferimento del pacchetto Ue clima-energia 20-20-20 (al 2020 ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo di fonti rinnovabili) sono il volano della strategia di crescita, non un vincolo negativo alla crescita”.
“Auspichiamo che il decreto interministeriale sulla Sen presentato dai Ministri Clini e Passera sia messo in cima all’agenda delle priorità del nuovo governo, che ci auguriamo sia operativo prima possibile. Dalle scelte energetiche dipende, oggi più che mai, il futuro industriale e manifatturiero del Paese”. Lo ha dichiarato Claudio Andrea Gemme, Presidente di Anie Confindustria. “Dopo la consultazione pubblica a cui Anie ha partecipato dando il suo contributo - ha proseguito - questo decreto rappresenta la seconda tappa del percorso verso quella articolata e coordinata politica energetica che tutti noi imprenditori chiediamo a gran voce per ridare vigore alla nostra già sofferente economia”.
Meno ottimista la visione di Legambiente, Greenpeace e Wwf che in una nota congiunta hanno detto che la “Sen rende palese un vero e proprio abominio: quello di togliere il sostegno pubblico (dei consumatori) alle rinnovabili per darlo alla costruzione dei rigassificatori”. E aggiungono “nel documento si vorrebbe porre a carico dei consumatori le spese per il cosiddetto hub europeo del gas, che l'Europa non ha mai detto di volere e certo “non giustificato dalla domanda interna in decrescita”.