Studio, con una forte accelerazione delle rinnovabili saremo indipendenti dal gas russo entro il 2023
Lo scenario tracciato da Accenture punta alla decarbonizzazione e alla diminuzione del fabbisogno con 20 GW di rinnovabili, 8 Bmc di biometano e 1,5% di efficienza energetica
All’Italia serve una forte accelerazione sulle rinnovabili, che consenta il raggiungimento dell’indipendenza dal gas russo entro il 2023, minimizzando la produzione termoelettrica a carbone e senza ricorrere a nuove infrastrutture di rigassificazione e all’ampliamento della capacità dei gasdotti esistenti. A sostenerlo è uno studio dal titolo “Italia e dipendenza energetica: diversificare le fonti e investire sulle rinnovabili per un futuro meno vincolato e più decarbonizzato”, presentato nel corso del Workshop dell’Osservatorio Utilities Agici - Accenture, in cui sono stati delineati i possibili scenari per accelerare la trasformazione energetica del nostro Paese e raggiungere l’indipendenza dal gas.
I due scenari
Lo studio si articola su due scenari in grado di anticipare gli obiettivi fissati al 2030 sulla decarbonizzazione, costruiti simulando un mix di interventi fondati su 4 leve principali: l’accelerazione sull’installazione di rinnovabili, l’incremento della produzione di biometano, l’aumento dell’efficienza energetica e la diversificazione delle importazioni di gas. Il primo scenario, chiamato “green acceleration”, prevede una maggiore spinta alle rinnovabili con 20 Gw/anno, target aggressivi per la produzione di biometano (8 bmc al 2030) e mantenimento di un elevato tasso di interventi di efficienza energetica, fino a 1,5% di tasso annuo. Questa previsione viene preferita all’altro scenario poiché garantirebbe in minor tempo maggiori risultati, ma permetterebbe una minor produzione e utilizzo del carbone concedendo una rete di connessioni ulteriori e vantaggiose per tutti. Accenture suggerisce di traguardare lo scenario “Green Acceleration”, anche in virtù del fatto che può condurre ad una riduzione cumulata della domanda di gas di 190 bcm nel periodo 2022-2030, garantendo una riduzione cumulata netta di CO2 di 68 Mt. Tale approccio consente il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione in anticipo rispetto al 2030. Lo scenario più “moderato” viene preferita allo scenario “Progressive growth”, che è basato sull’utilizzo di leve analoghe, ma con un tasso di crescita più graduale. In particolare, lo sviluppo delle rinnovabili procede con un’accelerazione più moderata (da 2 a 15 Gw/anno nel periodo 2022-2030), il target di produzione del biometano è più limitato (3 bmc) e il tasso di interventi di efficienza energetica arriva fino all’1%.
Le parole di Arcudi e Carta
Claudio Arcudi, Responsabile Energy & Utility di Accenture Italia, dichiara: "Il nuovo contesto internazionale richiede di accelerare su decarbonizzazione e indipendenza energetica. Lo scenario che prevede un forte incremento delle energie rinnovabili e del biofuel è una grande opportunità per la competitività del nostro sistema Paese. Le aziende utilities ed energia devono creare un ecosistema virtuoso attorno alle rinnovabili onshore e offshore, in particolare eolico e fotovoltaico. Gli investimenti devono essere parte di un approccio sistemico alla decarbonizzazione, che oggi è possibile grazie alla digitalizzazione”. Marco Carta, Amministratore Delegato di Agici (nella foto), aggiunge: “La trasformazione del mercato energetico globale impone grandi sfide a tutto il Sistema-Paese. L’Italia, per troppo tempo paralizzata da veti incrociati, deve tornare rapidamente a investire in infrastrutture per la sicurezza energetica e la decarbonizzazione. Le Istituzioni nazionali e locali hanno il compito di dare impulso a questa trasformazione con fermezza e lungimiranza. L’obiettivo è cambiare radicalmente l’approccio, passando finalmente da una politica del Non Fare a una del Fare”.