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Studio. GNL: frena la crescita della domanda a lungo termine

where Milano when Lun, 20/02/2023 who roberto

Un nuovo studio dell'Institute for Energy Economics and Financial Analysis.  Prezzi record e forniture inaffidabili hanno compromesso la crescita della domanda in Europa e Asia

Le turbolenze del mercato del GNLrigassificatore-porto-viro.jpg dello scorso anno, caratterizzate da prezzi record e forniture inaffidabili, hanno compromesso la crescita della domanda di GNL a lungo termine sia in Europa che in Asia. A sostenerlo è il Global LNG Outlook dell'Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA). Il report rileva che le forniture globali di gas naturale liquefatto (GNL) rimarranno probabilmente limitate fino al 2025, frenando la crescita della domanda nei principali mercati di importazione asiatici. Così, un'ondata di nuove capacità di esportazione di GNL prevista nel corso del decennio potrebbe creare uno squilibrio tra domanda e offerta, aumentando i rischi finanziari per i fornitori e i commercianti di GNL.
 
Cosa accade in Europa
Nel 2022, i Paesi europei hanno aumentato le importazioni di GNL del 60% per compensare il calo delle spedizioni di gas dai gasdotti russi. La forte domanda di GNL da parte dell'Europa ha spinto i prezzi spot globali ai massimi storici, costringendo gli acquirenti asiatici, sensibili ai prezzi, a tagliare gli acquisti di GNL e a ridurre i piani per nuove importazioni di GNL. La domanda di GNL in Europa potrebbe rimanere forte però nel 2023, ma è destinata a diminuire, in quanto le politiche dell'UE in materia di clima e sicurezza energetica riducono la domanda di gas di almeno il 40% fino al 2030. Anche se i nuovi terminali di GNL potrebbero incrementare la capacità di importazione del continente di un terzo entro la fine del 2024, gran parte di questa potrebbe rimanere inutilizzata in ottemperanza agli ambiziosi obiettivi climatici dell’Ue. La crisi tra Russia e Ucraina – spiega il report - ha messo in luce rischi finanziari a lungo termine lungo tutta la catena del valore del GNL. Nel 2022, prezzi spot elevati e interruzioni delle forniture hanno fatto guadagnare al GNL la reputazione di combustibile costoso e inaffidabile, compromettendo le prospettive di crescita della domanda nei mercati chiave. Quando grandi volumi di nuova offerta entreranno nel mercato a partire dalla metà del 2025, potrebbero innescare un eccesso di offerta, aumentando i rischi finanziari e di prezzo per gli esportatori e i commercianti di GNL.
 
Cosa accade in Asia

La Cina ha invece tagliato del 20% gli acquisti di GNL per il 2022, a causa di una combinazione di prezzi elevati, delle chiusure dovute al COVID-19 e del rallentamento della crescita economica. I prezzi elevati del GNL hanno spinto gli acquirenti di gas del Paese a fare maggiore affidamento sulla produzione interna e sulle importazioni tramite gasdotti. L'anno scorso India, Bangladesh e Pakistan hanno ridotto la domanda di GNL di un 16% complessivo. Le preoccupazioni per la sicurezza del carburante, l'inaccessibilità, il rapido esaurimento delle riserve di valuta estera e la distruzione della domanda potrebbero limitare le importazioni di GNL a medio termine nella regione. Gli acquirenti del sud-est asiatico devono affrontare le sfide dei prezzi elevati e dei vincoli infrastrutturali. I contratti di GNL a lungo termine con consegne che iniziano prima del 2026 sarebbero esauriti a livello globale, costringendo i Paesi del Sud-Est asiatico a ricorrere a costosi mercati spot. In Giappone e Corea del Sud, i prezzi elevati del GNL hanno accelerato la ripresa della produzione di energia nucleare, che potrebbe ridurre la domanda di gas del settore energetico. A Taiwan, i persistenti ritardi dei terminali e le difficoltà finanziarie delle aziende statali potrebbero limitare un rapido aumento delle importazioni di GNL.
 
GNL: non scommetteteci, dice l’esperta
Sul ruolo dell'Italia, Ana Maria Jaller-Makarewicz, Energy analyst di IEEFA rileva come
"i recenti tentativi di posizionare l'Italia come hub europeo del gas creino rischi finanziari tangibili, perché la domanda di gas è in calo. Il nostro rapporto mostra che nel 2030 la domanda di gas in Europa dovrebbe essere di circa il 40% o meno rispetto al 2019. La domanda di GNL in Asia è inaffidabile e l'Europa ha intrapreso un chiaro percorso di decarbonizzazione per il suo settore energetico, per gli edifici e ora anche per l'industria, con la Commissione che presto pubblicherà una legge sull'industria a zero emissioni a marzo. Sarebbe ragionevole per l'Italia e per altri governi europei non scommettere sulla crescita del GNL a lungo termine".

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