Surprais! La raffineria Api di Falconara riapre con sei mesi di anticipo
L’impianto era stato spento a gennaio in vista di operazioni di adeguamento tecnologico per migliorare efficienza e flessibilità
La raffineria Api di Falconara ha ripreso in settimana l’attività, con un anticipo di sei mesi sui tempi previsti, dopo che il primo gennaio scorso la torcia era stata spenta per la prima volta in 50 anni.
Una scelta, aveva spiegato l’azienda, per consentire “operazioni di adeguamento tecnologico nelle quali l’Api, così come previsto nel piano industriale, sta investendo per migliorare l’efficienza e la competitività del sito, rendendo autonomo e più flessibile il ciclo di raffinazione''.
Nel frattempo sono stati scongiurati i 110 esuberi (scesi poi a 85) sui 389 lavoratori diretti (circa 500 dell’indotto) trasformando la cassa integrazione in contratti di solidarietà.
A salutare la ripresa il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, che ha però ammonito: “Abbiamo ancora bisogno per un periodo lunghissimo del petrolio e quindi delle raffinerie; è un mercato che va difeso e protetto perché il rischio, se perdiamo le raffinerie, è di dover andare a comprare la benzina e il petrolio negli altri Paesi”.
“Ecco perché è importante l’investimento che è stato fatto qui, perché rende autonoma in parte l'Italia da questo fabbisogno. Qui ci sono degli imprenditori - ha aggiunto riferendosi alla famiglia Brachetti Peretti - che hanno coraggio, perché oggi questo è un mercato molto difficile. Hanno saputo, con l’accordo con i lavoratori e il patto di solidarietà con i sindacati, riattivare un' importante azienda nel campo della raffinazione”.