Surprais! Nel Regno Unito qualcuno chiede che lo Stato intervenga nei giacimenti del Mare del Nord
Il thinktank Common Wealth avverte che le comunità e i contribuenti potrebbero sobbarcarsi enormi costi di smantellamento quando la produzione finirà
Con la fine della produzione di petrolio e gas nel Mare del Nord è necessario un maggiore controllo pubblico per evitare il collasso dell'industria e garantire un futuro sostenibile ai lavoratori e alle comunità. Lo sostiene un rapporto del Common Wealth, thinktank secondo cui – leggiamo sul Guardian - un maggiore controllo statale sui progetti esistenti consentirebbe un ritiro organizzato, dando priorità ai lavoratori e alle comunità, aiutando a gestire lo smantellamento delle piattaforme, garantendo la sicurezza energetica del Regno Unito e accelerando la transizione verso l'energia pulita.
La fine entro il 2040
Il rapporto calcola che se la produzione annuale continuerà ai livelli del 2023, le rimanenti riserve del Mare del Nord si esauriranno in poco meno di 14 anni. Secondo l'attuale modello di proprietà (privata), l'inevitabile fine della produzione di petrolio e gas nel Mare del Nord - sia per azione del governo sia per la mancanza di giacimenti vitali - porterà le compagnie private ad abbandonare bruscamente il bacino, lasciando le comunità in prima linea e lo Stato ad affrontare le conseguenze sociali ed economiche, prevedono gli autori.
Il costo dello smantellamento
Le grandi società di combustibili fossili si stanno già ritirando dal bacino a causa della diminuzione delle scorte, per essere sostituite da piccoli operatori di private equity che spesso sono più opachi e operano sulla base di profitti a breve termine e uscite rapide. Secondo gli autori, ciò aumenta il rischio di una fine a precipizio del settore. Allo stesso tempo, il rapporto ha rilevato che il contribuente pagherà 10,8 miliardi di sterline per smantellare le piattaforme esistenti - una cifra che potrebbe aumentare significativamente con la crescita della proprietà di private equity. Mathew Lawrence, direttore di Common Wealth, ha affermato che il coordinamento pubblico della transizione, compreso l'acquisto da parte del governo di quote azionarie nei progetti esistenti, eviterebbe questi problemi. Ha dichiarato: “La nostra nuova analisi sottolinea un punto spesso ignorato nel dibattito: mentre le compagnie petrolifere e del gas stanno realizzando profitti record, i cittadini si trovano a dover sostenere miliardi di sterline di costi di smantellamento”.