Il Tar Veneto dice sì alla ricerca di giacimenti in Polesine
Le indagini geologiche non danneggiano l’ambiente. Regione Veneto contraria, associazioni ecologiste in allerta
Il Tar del Veneto ha dato torno alla Regione e ha dato ragione alla Northsun, compagnia che aveva presentato istanza di permesso di ricerca di giacimenti nel sottosuolo.
Il Tar ricorda che il metodo utilizzato per la ricerca non è la trivellazione ma consiste nel far vibrare una massa appoggiata sul terreno che trasmette le vibrazioni al terreno sottostante e registra la risposta delle onde riflesse dai diversi strati del sottosuolo.
La giunta Zaia contro le trivelle - Protesta Maurizio Conte, assessore regionale all’Ambiente della giunta Zaia, secondo il quale “la sentenza del Tar crea una situazione di ambiguità altrettanto grave che se avesse consentito direttamente le trivellazioni in Polesine“. L’assessore aggiunge: “Che cosa vuol dire il Tar con questi sofismi? Forse che poi si potranno fare anche le trivellazioni o addirittura le estrazioni di idrocarburi dal sottosuolo? Non è pensabile che possano essere avviate operazioni di ricerca per la coltivazione di idrocarburi sia in Polesine che nel mare Adriatico”.
I verdi contro le trivelle - Nei giorni scorsi i Verdi hanno partecipato a un sit-in organizzato dalle associazioni ambientaliste nazionali (Legambiente, Wwf e Greenpeace) in collaborazione con le associazioni croate contro le trivelle in Adriatico. "Riempire l'Adriatico di trivelle è una follia e un elemento di fortissimo rischio per la bellezza dell'Italia, per le sue coste e per l'ambiente - ha dichiarato la co-portavoce dei Verdi Luana Zanella che ha partecipato alla manifestazione in Piazza San Marco a Venezia - che rischia di essere la prima vittima di politiche energetiche arcaiche e sbagliate".
I giacimenti in Adriatico - In Adriatico ci sono da decenni decine e decine di piattaforme petrolifere italiane, e ora anche la Croazia ha avviato lo sfruttamento della sua metà del mare.
Sono 36.823 i chilometri quadri del mare Adriatico croato suddivisi in 29 lotti da investigare per la ricerca di giacimenti, oltre alle appena 9 piattaforme di estrazione di gas già esistenti in acque croate.
Sul versante italiano le aree interessate da attività di ricerca petrolifera ammontano a quasi 12mila chilometri quadri con 6 le piattaforme già attive per l'estrazione di greggio e innumerevoli piattaforme di gas. Nell'Alto Adriatico italiano sono attive 39 concessioni per l'estrazione di gas, da cui si estrae il 70% del metano prodotto in Italia.