Tutto Eni: vende Galp, cerca giacimenti in Algeria e Vietnam
In Sicilia il sindacato teme per gli investimenti della compagnia
L’Eni ha completato la cessione attraverso vendite giornaliere sul mercato azionario di circa l'1% del capitale sociale di Galp Energia, corrispondente alla quota residua soggetta a prelazione da parte di Amorim Energia. Il corrispettivo complessivo delle vendite effettuate dal 5 maggio al 18 giugno 2014 è risultato pari a circa 107 milioni. A seguito della cessione, l’Eni detiene 66.337.592 azioni ordinarie, corrispondenti a circa l'8% del capitale sociale di Galp, interamente a servizio dell'exchangeable bond di circa 1.028 miliardi di euro emesso il 30 novembre 2012 con scadenza 30 novembre 2015.
Nel frattempo la compagnia, in attuazione della delibera dell'assemblea dell'8 maggio, proseguirà nell'esecuzione del programma di acquisto di azioni proprie, nel rispetto dei termini già comunicati al mercato. Gli acquisti sono effettuati dal 23 giugno. Il programma è finalizzato ad accrescere nel tempo il valore per gli azionisti, in linea con le politiche di remunerazione adottate dalle maggiori società petrolifere internazionali. Ad oggi detiene azioni proprie pari allo 0,62% del capitale.
L'amministratore delegato Claudio Descalzi ha firmato ad Hanoi con il presidente e ceo di PetroVietnam, Do Van Hau, un production sharing contract per l'esplorazione del blocco offshore 122. Il blocco 122 si estende su una superficie di 6.900 chilometri quadrati nel bacino di Phu Khanh, in acque profonde fino a 2mila metri. Il periodo di esplorazione durerà sette anni, suddiviso in due fasi.
Sonatrach, la compagnia di Stato algerina, ha assegnato all’Eni tre autorizzazioni di prospezione nel Paese. Tali autorizzazioni consentono all’Eni, in qualità di operatore, e Sonatrach di effettuare attività di prospezione nei bacini di Timimoun e di Oued Mya, nell'onshore meridionale dell'Algeria. Le tre autorizzazioni di prospezione relative alle aree denominate El Guefoul, Tinerkouk e Terfas sono state rilasciate dall'agenzia nazionale per la valorizzazione delle risorse di idrocarburi Alnaft (Agence Nationale pour la Valorisation des Ressources en Hydrocarbures), hanno una validità di due anni e si estendono su una superficie totale di 46.837 chilometri quadrati. I lavori prevedono attività di studio e la perforazione di pozzi di prospezione per la definizione del potenziale di tali aree, considerate di estremo interesse e ad elevato potenziale.
"Siamo preoccupati. Mai come oggi sono in pericolo non solo gli investimenti promessi dall'Eni e Gela, ma il futuro stesso della raffineria. Se a questo si aggiungono il mancato riavvio di Porto Marghera e l'assoluta precarietà di Taranto, il quadro è sufficientemente chiaro: l'Eni intende uscire dall'industria per rimanere un grande gruppo che si occupa largamente nel mondo di esplorazione ed estrazione": lo ha detto Emilio Miceli, segretario generale Filctem-Cgil, all'assemblea dei quadri e delegati della Filctem siciliana a Siracusa. "Siamo ancor più preoccupati - ha aggiunto il segretario - per il rischio di un nuovo colpo di freni di Versalis, la società che gestisce la chimica dell'Eni, a cominciare dagli investimenti previsti proprio a Siracusa, ma ancora non chiaramente confermati". "Dal governo della Regione Sicilia - prosegue polemico - le uniche attenzioni, al momento, sono per il contributo che l'Eni eroga in royalties".