Tutto Omc. Pronti a smantellare le piattaforme in Adriatico. La sicurezza
Le norme e le tecnologie per chiudere gli impianti in mare. L’esperienza dell’Emilia Romagna. Studi a confronto. I progetti delle aziende. La relazione di Ezio Mesini sulla direttiva Offshore
All’Omc di Ravenna si è svolto il primo evento italiano di rilievo internazionale dedicato alle prospettive del decommissioning delle piattaforme offshore, che è stato organizzato dalla direzione generale per la sicurezza anche ambientale delle attività minerarie ed energetiche del ministero dello Sviluppo Economico.
Obiettivo principale dell'evento, intitolato "The future of the platforms and Blue Economy: decommissioning, multipurpose or other uses?", è stato di favorire un confronto tra i tanti soggetti che desiderano identificare le migliori soluzioni per l'implementazione di piani di decommissioning a vantaggio dell'innovazione, dell'occupazione e dello sviluppo economico dei territori interessati, nel contesto della transizione energetica verso la decarbonizzazione.
A questo scopo si è svolta una Tavola Rotonda, moderata da Fabio Fava, dell’Università di Bologna ed esperto della strategia europea per una blue growth, che ha consentito un confronto aperto tra la Regione Emilia Romagna (rappresentata dall'assessore Palma Costi), la città di Ravenna (il sindaco Michele De Pascale), Assomineraria (il presidente del settore idrocarburi e geotermia Pietro Cavanna), Greenpeace (il responsabile della campagna energia e clima Andrea Boraschi), il sindacato Filctem Cgil (il segretario provinciale Massimo Marani) e l'associazione Roca (il presidente Franco Nanni).
"L'Adriatico, dove oggi si concentra il parco delle piattaforme offshore destinato a un decommissioning entro il 2030, può contare su un insieme di condizioni ideali per diventare un hub dove avviare nuove partnership dirette anche ad un uso integrato degli impianti. Le condizioni sono economico-ambientali, tecnologiche e culturali", ha affermato Franco Terlizzese, direttore generale della Dgs Unmig nell’introduzione, aggiungendo che "l'iniziativa in Adriatico potrebbe quindi essere riferimento per una diffusione di best practice nelle zone contigue del bacino del Mediterraneo, in linea con le priorità dell'iniziativa della Commissione Europea Bluemed coordinata dal nostro Paese".
"L'obiettivo per il futuro è quello che la regione Emilia Romagna trovi le sue fonti di approvvigionamento nell'esclusivo utilizzo di energie rinnovabili e che fondi sulla green economy lo sviluppo socio-economico del suo territorio. Il nuovo piano energetico promuove ed incentiva l'efficienza e il risparmio energetico da un lato e lo sviluppo delle fonti rinnovabili dall'altro, riconoscendo allo stesso tempo il ruolo chiave del gas naturale in questo periodo di transizione", ha affermato Palma Costi, assessore alle attività produttive, piano energetico, economia verde e ricostruzione post-sisma della Regione Emilia Romagna. "Avendo una chiara visione per il futuro, la Regione Emilia Romagna sta impostando politiche e misure volte alla gestione della transizione, partendo proprio dal riconoscimento della capacità innovativa e dell'expertise che il comparto off-shore gioca nel nostro sistema produttivo. In questo contesto si inserisce l'accordo strategico per la gestione delle attività in mare, siglato tra ministero dello Sviluppo economico e Regione Emilia-Romagna per la gestione delle attività di ricerca e coltivazione degli idrocarburi offshore e delle relative infrastrutture".
I contributi al dibattito - Le possibilità per coniugare green economy e blue economy in un percorso progettuale innovativo sono state al centro della seconda parte dell'evento, dedicata alla presentazione delle esperienze "di frontiera" condotte da tante realtà che operano nel campo dell'oil&gas, della consulenza, della ricerca scientifica, della produzione di tecnologie innovative. Michele De Nigris, direttore di Rse, ha presentato i risultati di una ricognizione sugli aspetti normativi e tecnologici in materia di decommissioning, a scala nazionale, europea ed internazionale.
Giuseppe Bortone di Arpae ha illustrato le azioni messe in atto dalla Regione Emilia-Romagna per nuovi utilizzi delle piattaforme dismesse e la messa in sicurezza delle attività estrattive che sono previste da un accordo tra la Regione e il ministero dello Sviluppo Economico.
Domenico Richiusa di Edison ha illustrato gli aspetti innovativi del sistema biologico di preallarme Mosselmonitor applicati su una piattaforma offshore, al fine di individuare situazioni ambientali critiche. Nicola Mondelli di Rosetti Marino ha presentato l'esito di uno studio finalizzato all'individuazione di possibili modalità di estensione dell'uso delle piattaforme offshore dell'Adriatico oltre la vita produttiva del reservoir in vista di un possibile riutilizzo delle strutture esistenti in nuove soluzioni che generino energia rinnovabile associata a sistemi smart di accumulo. David P. Howell di Oil States Barrow (divisione di Oil States Industries) ha portato la testimonianza di una realtà che fornisce servizi di taglio abrasivo con acqua ad alta pressione per rimuovere strutture sottomarine, manifold e template sin dalla metà degli anni '90 (80 progetti in tutto il mondo). Matteo Babini di Micoperi ha presentato le valutazioni della esperienza italiana "Paguro" del 1999-2000, quale esempio di riposizionamento di strutture sottomarine che ha contribuito allo sviluppo dell'ecosistema. Tobias Rosenbaum di Dnv Gl ha illustrato una sintesi di scenari diversi fra i quali l'idea dell'utilizzo alternativo delle piattaforme offshore e una panoramica dei programmi di smantellamento e delle strategie in Europa. Andrea Bombardi di Rina Services ha infine portato l'attenzione su alcune soluzioni altamente innovative per il ri-utilizzo delle piattaforme offshore che danno un nuovo significato alla parola "smantellamento" consentendo tra l'altro alle industrie una maggiore ottimizzazione dei costi nelle operazioni di demolizione.
La sicurezza delle piattaforme - Sono stati presentati nella seconda giornata dell'Omc 2017 gli strumenti resi disponibili dall'attuazione nel nostro Paese della Direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza offshore nel settore degli idrocarburi ("Direttiva Offshore"). Nel corso dell'evento intitolato "Offshore Safety: Instruments for Directive 2013/30 EU Implementation" organizzato dalla Dgs Unmig è stato presentato per la prima volta il nuovo Comitato per la sicurezza delle operazioni in mare, istituito col Decreto Legislativo 18 agosto 2015 n. 145 e alla cui Presidenza è stato designato il professor Ezio Mesini, presidente della scuola di ingegneria e architettura dell'Università di Bologna. I relatori intervenuti nel corso dell'evento hanno affrontato a tutto tondo gli aspetti relativi al recepimento della Direttiva europea che stabilisce standard comuni in materia di sicurezza delle attività offshore. Mesini, a valle di una sua presentazione, ha illustrato funzioni e finalità del comitato. Il comitato per la sicurezza avrà un ruolo centrale, al fine di prevenire gli incidenti gravi nelle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi e limitarne le conseguenze attraverso i poteri di regolamentazione, vigilanza e controllo ad esso affidati. L'istituzione di un apposito Comitato assicura la necessaria separazione e terzietà di un organismo preposto alla sicurezza rispetto agli altri soggetti istituzionali, in particolare rispetto alla funzione di regolamentazione in materia di sviluppo economico delle risorse naturali in mare e alla funzione di rilascio delle licenze. “Al comitato è inoltre attribuito l'importante compito di raccogliere le informazioni chiave relative alla sicurezza delle attività upstream che si svolgono nei mari nazionali, elaborarle e renderle disponibili agli interlocutori di riferimento, assicurandone la trasparenza", ha affermato il professor Ezio Mesini, aggiungendo che "tale trasparenza costituisce altresì una componente strategica dell'azione del Comitato, in quanto risulta cruciale tanto per il monitoraggio dell'efficacia delle misure messe in atto per prevenire gli incidenti, quanto per rafforzare la fiducia del Paese nelle istituzioni preposte al controllo".