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L’allarme del Wwf: “Per il Pianeta il bilancio 2024 è negativo”

where Roma when Gio, 09/01/2025 who roberto

Riscaldamento globale, biodiversità in calo, ma anche vertici internazionali e istituzioni deludenti (per il Wwf le Cop hanno tradito le attese). Tra le note positive l’approvazione della Restoration Law europea e l’annunciata chiusura delle centrali a carbone in Italia. Ecco il riassunto di un anno di ambiente

È negativo per il Wwf il bilancio wwf.jpgambientale per il nostro Pianeta nell’anno che si è da poco concluso. Secondo le proiezioni del servizio climatico europeo, con una temperatura media globale di oltre 1,5 gradi superiore ai livelli preindustriali, la morsa del riscaldamento climatico si è manifestata in ogni angolo della Terra con una moltitudine di eventi estremi, dalla siccità alle inondazioni. Alluvioni devastanti, ricorda la storica associazione ambientalista, si sono verificate in Afghanistan, Pakistan, Brasile, Uruguay e in molte località europee, come quelle che hanno colpito la Spagna alla fine di ottobre e in Italia l’Emilia Romagna. In totale, sono circa duemila gli eventi estremi – troppo freddo, troppo caldo, troppa pioggia, troppa poca pioggia, troppa neve, troppa poca neve - calcolati dall’inizio dell’anno sino a fine settembre 2024.
Nonostante questo scenario, i Piani locali strategici di adattamento ai cambiamenti climatici e il Pnacc (Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici) rimangono fermi con le istituzioni italiane che “non sembrano intenzionate a fare nulla in proposito”, accusa il Wwf.
A peggiorare la situazione, arrivano la perdita di biodiversità e di foresta tropicale, cuore pulsante degli equilibri climatici della Terra: in Amazzonia si è verificato il numero più alto di incendi mai registrati dal 2007, soprattutto in Bolivia.
Un capitolo a sé meritano gli stili alimentari. In Italia esiste ancora una larga fascia di popolazione che si alimenta in maniera non sana: con sei milioni di obesi, il nostro Paese si colloca ai primi posti in Europa per la prevalenza di sovrappeso e obesità anche tra i bambini, di pari passo con le statistiche che dimostrano che nel 2024 solo il 5% degli italiani ha seguito la dieta mediterranea in modo completo.
 
I plus, dalle rinnovabili al biologico
Tra le note positive, al contrario, si segnalano la scoperta di nuove specie in Africa e Asia e di una barriera corallina nel Pacifico; in Europa è interessante l’approvazione della Restoration Law per rigenerare la natura (la norma obbliga gli Stati membri a mettere in atto entro il 2030 interventi di restauro degli habitat degradati), mentre in Italia crescono le energie rinnovabili e l’alimentazione vegana e vegetariana (meno impattante di quella basata prevalentemente sulla carne).
Nel nostro Paese, nel 2025 chiuderanno tutte le centrali a carbone. Tuttavia, rimarranno aperte due centrali in Sardegna, forse sino al 2028, ovvero almeno fino al completamento del cavo che collega l’isola alla Sicilia (Tyrrhenian Link). È poi inarrestabile la crescita del biologico in Italia: la superficie di campi bio è circa un quinto di quella complessiva (19,8%).
Sono diminuiti anche la vendita e l’uso dei pesticidi, anche se restiamo tra i primi in Europa per vendita di prodotti fitosanitari. 
 
Il fallimento dei vertici
Sul piano delle decisioni istituzionali, purtroppo sono state poche quelle positive per il Pianeta. I principali vertici internazionali, dicono gli ambientalisti, “hanno fallito soprattutto sul fronte degli investimenti, visto che gli strumenti da attuare sono ormai noti”. La Cop 29 di Baku sul clima come previsto si è chiusa con un risultato deludente visto l’aumento molto modesto degli stanziamenti a favore dei Paesi in via di sviluppo per consentire loro di affrontare transizione e adattamento. Anche la Cop 16 sulla biodiversità tenutasi in Colombia a ottobre ha tradito le attese del Wwf: i membri non hanno trovato un accordo per mettere a disposizione le risorse economiche necessarie a conseguire gli obiettivi di tutela della biodiversità. Vedremo se riusciranno a farlo nel secondo tentativo previsto in febbraio a Roma.
Persino su un tema dove sembrava di aver visto un’accelerazione positiva a livello globale, il contrasto alla dispersione di plastica in natura, che per molti rappresenta una minaccia anche per la salute umana, ha visto chiudere il Trattato Globale senza un accordo.
 
Per approfondire: www.wwf.it

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