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Altro che green! La moda produce il 10% delle emissioni globali

where Milano when Gio, 26/09/2024 who roberto

Per la svolta ecologica occorrono investimenti da 30 miliardi di euro l’anno fino al 2030. Esborsi che sono anche un’opportunità. Lo scenario disegnato da ClimateSeed

L’industria della moda è responsabileclimateseededoardobertinaditalia.jpg del 10% delle emissioni globali di gas serra ed è chiamata a una trasformazione radicale per contribuire agli obiettivi climatici. È quanto emerge dallo scenario, basato su importanti studi internazionali, realizzato in occasione della Settimana della moda di Milano da ClimateSeed, la startup che mette tecnologia e intelligenza artificiale a disposizione delle imprese per misurare la loro impronta di carbonio e per implementare strategie e progetti di decarbonizzazione. Con un valore di mercato globale di 1,7 trilioni di dollari, il settore della moda può giocare un ruolo cruciale per la neutralità carbonica, spingendosi verso tecnologie più efficienti e modelli di business circolari. Un cambiamento sempre più urgente dato che, solo nel 2020, l’acquisto di tessuti nell’Unione europea ha generato circa 270 kg di emissioni di CO2 per persona, con un totale di 121 milioni di tonnellate di gas serra .
Si stima che per decarbonizzare completamente la filiera, saranno necessari investimenti fino a 30 miliardi di euro all’anno entro il 2030, destinati alla riconversione delle infrastrutture, all’efficienza energetica e alla tracciabilità della catena di fornitura. Questi investimenti non rappresentano solo una necessità ambientale, ma costituiscono anche una grande opportunità economica, con il potenziale di ridurre i costi operativi a lungo termine.
 
Crescono la moda sostenibile e di seconda mano
I segni dell’eco-virata nel fashion sono chiari: il mercato della moda sostenibile ha raggiunto un valore di 5,2 miliardi di euro nel 2022 e si prevede che possa crescere fino a 12,5 miliardi entro il 2030. Questo boom è alimentato da consumatori sempre più consapevoli e da investimenti in tecnologie che rendono la produzione più responsabile e a basso impatto ambientale. I più giovani, in particolare, sono disposti a pagare un prezzo premium per capi sostenibili, creando nuove opportunità di crescita per le aziende che abbracciano questo modello .
Di pari passo cresce anche il mercato second-hand, con un valore attuale di 165 miliardi di euro, destinato ad aumentare di ulteriori 93 miliardi entro il 2026.
Il settore deve però affrontare sfide significative: oggi, solo il 38% dei tessili usati in Europa viene raccolto per il riuso o il riciclo. Per questo, normative come l’Extended producer responsibility (Epr), che entrerà in vigore nel 2025, sono cruciali per responsabilizzare i produttori a progettare capi più sostenibili e a sostenere il riciclo.
 
«Può diventare un esempio virtuoso»
«La moda è uno dei settori con il maggior impatto in termini di emissioni, ma anche uno dei più visibili, e può diventare un esempio virtuoso nel percorso verso la decarbonizzazione», ha commentato Edoardo Bertin, amministratore delegato di ClimateSeed in Italia (nella foto). «Ha una filiera ad alta complessità, che include la produzione, caratterizzata da un forte consumo energetico, ma anche la gestione della logistica e dei rifiuti. È un settore che ha urgente bisogno di interventi per ridurre l’impatto ambientale. La strada verso la decarbonizzazione genera da un lato sfide enormi, ma dall’altro dà ai brand opportunità significative per anticipare il cambiamento».

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