Cambiano le abitudini nel fare il bucato: ora l’efficienza energetica vince sul design
Una ricerca Electrolux Group svela che il 94% delle famiglie si impegna a ridurre i consumi: oltre 320.000 le tonnellate di CO2 risparmiate
Oculati, responsabili e, a sorpresa, più attenti ai consumi che al design degli elettrodomestici nonostante la proverbiale attenzione al bello: è questo il ritratto degli italiani che emerge da The Truth About Laundry, un corposo studio sulle abitudini di lavaggio condotto da Electrolux Group. I risultati evidenziano una evoluzione significativa e positiva e mostrano un Paese virtuoso che, rivoluzionando i propri comportamenti domestici, è riuscito a risparmiare oltre 320.000 tonnellate di CO2. Sono quasi 12 milioni le famiglie, in Italia, che adesso preferiscono lavare i capi a 30°. Non solo: un ulteriore e sorprendente dato che emerge dalla ricerca riguarda il nuovo criterio di scelta che guida gli italiani nell’acquisto dei grandi elettrodomestici: ora, più che al design, importante solo per il 6% degli intervistati, si guarda all’efficienza energetica, determinante per il 66%. Solo dopo si guarda al prezzo (55%) e alle prestazioni tecnologiche (36%).
Riduzione e risparmio consumi
L’edizione di quest’anno dello studio si è concentrata, infatti, sulla salvaguardia delle risorse, e in particolare sulla riduzione del dispendio energetico: dimostrando che l’88% degli intervistati afferma di pensare maggiormente ai consumi dei propri elettrodomestici e che il 94% si è impegnato per ridurli. Non solo: il 40% degli intervistati ha iniziato a lavare più spesso di notte, mentre il 39% ha ridotto la temperatura di lavaggio. Il 36% ha limitato il numero di volte in cui fa il bucato e lavato con maggiore frequenza a pieno carico, mentre il 31% ha utilizzato la modalità ecologica.
I falsi miti degli italiani
A differenza degli abitanti di altri Paesi europei, i nostri connazionali non vogliono adottare determinate abitudini: per prolungare la vita degli abiti solo il 18% ha indossato i capi più a lungo fra un lavaggio e l’altro e quasi nessuno (5%), purtroppo, ha compreso le potenzialità del vapore per rinfrescare i capi ed evitare un ciclo completo. Il motivo di questa diffidenza risiede in timori ancora radicati: come quelli di non ottenere un bucato pulito (30%), senza macchie (28%), germi (27%) o odori (22%). Questi “falsi miti” vengono però smentiti da chi ha provato il lavaggio a 30°, visto che il 45% degli intervistati si ritiene soddisfatto dei risultati ottenuti. La crisi energetica potrebbe essere, tuttavia, la leva verso un ulteriore cambiamento: il 49% e il 35% degli interpellati, infatti, laverebbe a temperature più basse se questo significasse ridurre i consumi o se gli facesse risparmiare denaro.