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Così gli italiani hanno scoperto l’usato e i prodotti rigenerati

where Milano when Gio, 14/11/2024 who roberto

Aggiusto, recupero, rivendo e compro meno: così i connazionali applicano la sostenibilità nello shopping non legato al cibo. Il 43,3% della Generazione Z ricorre al mercato di seconda mano. Ma i negozi non sempre colgono queste esigenze: lo rivela l’Osservatorio Non Food 2024 di GS1 Italy

I giovanissimi acquistano e rivendonospecialeosservatoriononfoodgs1italy2024cover.jpeg prodotti usati che non utilizzano più, i sessantenni tendono a far riparare il più possibile gli oggetti, mentre i cinquantenni comprano più degli altri prodotti di buona qualità e lunga durata. Tutti ricorrono più che in passato al mercato dell’usato e apprezzano i negozi che hanno adottato la sostenibilità nelle loro strategie d’impresa. Sono le conclusioni a cui giunge l’indagine sull’approccio degli italiani alla sostenibilità contenuta nell’edizione 2024 dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, lo studio che ogni anno raccoglie l’andamento di tredici comparti non alimentari.
«Il tema della sostenibilità e della green revolution è diventato un punto rilevante e le aziende che abbracciano questi princìpi, investendo in materiali ecologici, processi produttivi sostenibili e comunicazione trasparente sulle pratiche ambientali, lo fanno per rispondere alle aspettative dei consumatori, ma spesso anche per ottenere vantaggi economici e reputazionali», commenta Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «Quest’attenzione alla sostenibilità si è tradotta in una forte domanda dei consumatori per prodotti e servizi green anche nei diversi comparti Non Food».
 
L’eco-shopping secondo gli italiani
Lo studio, condotto per l’Osservatorio Non Food da Metrica Ricerche, ha chiesto agli italiani quali fossero i comportamenti di consumo più sostenibili. Al primo posto c’è mantenere con cura e far riparare il più possibile i prodotti (valutazione media 7,7 su una scala da 1 a 10), soprattutto per quanto riguarda l’elettronica di consumo e l’abbigliamento, calzature, intimo e accessori.
Al secondo posto c’è la preferenza per prodotti di buona qualità e di lunga durata, anche spendendo di più (7,5), anche in questo caso soprattutto negli acquisti di elettronica di consumo e abbigliamento, calzature, intimo e accessori. Il terzo comportamento ritenuto più green è l’acquisto o la rivendita di prodotti usati che non si utilizzano più (7,5). Da ultima c’è l’opzione di noleggiare un prodotto anziché acquistarlo, la meno considerata (6,2).
 
I rivenditori devono passare col verde
L’Osservatorio ha anche raccolto le iniziative adottate in materia di sostenibilità da importanti retailer (Benetton, Decathlon, H&M, Leroy Merlin, Lush, Nike e Zara Home), in particolare in termini di utilizzo di materiali ecologici, processi produttivi sostenibili e comunicazione trasparente sulle pratiche ambientali. È nell’universo di abbigliamento e accessori che l’attenzione alla sostenibilità trova maggiori declinazioni, come la ricerca di capi di qualità che possano durare nel tempo, la frequentazione di negozi di vendita di seconda mano, la riparazione dei capi danneggiati (gli stessi punti vendita tendono a dare indicazioni sulla manutenzione) o il loro riciclo, spesso promosso dagli stessi negozi. Nell’elettronica di consumo, che ha vissuto una battuta d’arresto delle vendite, aumenta il mercato dei prodotti rigenerati, mentre nelle attrezzature sportive il riciclo, la ristrutturazione, la riparazione, la rivendita e il noleggio sono già finestre aperte sul futuro di questo comparto. Anche il mondo della cartoleria si sta impegnando in una direzione più eco-friendly, per esempio tramite linee di prodotti ecologici come le penne biodegradabili e l’utilizzo di carta riciclata per quaderni e agende. Ma, in genere, i clienti si aspettano ancora di più.
 
Per saperne di più, è possibile visitare il sito https://gs1it.org/servizi/osservator... e scaricare lo speciale “Le tendenze del Non Food, edizione 2024”.

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