Ecoansia, a parole. In Europa (ma anche in Italia) sono tutti preoccupati per il Pianeta
Sono alcuni dei dati che emergono da un sondaggio Eurobarometro sugli “Atteggiamenti degli europei verso l’ambiente”, dalla ricerca "Sustainable Environment 2024" e dal sondaggio Too good to go-ISIC
Viste le polemiche sul Green Deal e la sconfitta dei Verdi (ovunque in Europa anche se non in Italia), non sembrerebbe che il tema ambiente sia così importante, eppure. Stando a una ricerca, il 78% degli europei ritiene che le questioni ambientali abbiano un effetto diretto sulla loro vita quotidiana e sulla loro salute, l’84% pensa che la legislazione ambientale dell’Ue sia necessaria per proteggere l’ambiente nel loro Paese, per il 92% le aziende dovrebbero farsi carico dei costi legati alla bonifica dell’inquinamento. Sono alcuni dei dati che emergono da un sondaggio Eurobarometro sugli “Atteggiamenti degli europei verso l’ambiente”, che rileva come il tema ambiente continui a preoccupare i cittadini europei. Il tema dell’acqua richiede, secondo il 78% degli intervistati, maggiori misure per arginare inquinamento e consumo eccessivo o spreco d’acqua. In 11 Stati membri, promuovere l’economia circolare e il ripristino della natura sono viste come due strade efficaci per affrontare i problemi ambientali e c’è disponibilità a comportamenti più sostenibili in quanto consumatori (sei intervistati su dieci sono disposti a pagare di più per prodotti sostenibili o riciclabili). Riduzione dei rifiuti e degli sprechi sono altri atteggiamenti che incontrano la disponibilità della popolazione. Alta è la preoccupazione per l’impatto delle sostanze chimiche dannose presenti nei prodotti di uso quotidiano sulla salute (84%). I dati di questo sondaggio corrispondono a dati del 2019, segno che la preoccupazione non diminuisce.
Temi indifferibili per "Sustainable Environment 2024”
Anche in Italia sembra esserci la stessa sensibilità (a parole). Per tre italiani su 4 i temi legati all'inquinamento e al riscaldamento climatico non sono differibili alle prossime generazioni, l'adozione dei servizi digitali per la riduzione dei consumi energetici in Italia è ancora troppo bassa se si vogliono davvero raggiungere gli obiettivi concordati con l'Ue, un italiano su 3 pensa di adottare comportamenti sostenibili. È in sintesi ciò che emerge dalla ricerca "Sustainable Environment 2024: il rapporto degli italiani tra digitale, energia e ambiente" della Fondazione per la Sostenibilità Digitale fatta in vista della Giornata mondiale dell'Ambiente.
I risultati della ricerca (effettuata dall'Istituto Piepoli, che a marzo 2024 ha raccolto 4000 interviste), si legge in una nota, mettono in evidenza come l'81% degli intervistati ritenga che i servizi digitali abbiano un impatto positivo sui consumi energetici.
Per il 73%, le tecnologie digitali e l'intelligenza artificiale applicate all'automazione domestica (smart home) hanno impatti positivi sull'abitabilità delle case da parte di persone disabili e di anziani.
Sondaggio Too good to go-ISIC
C’è eco-ansia anche tra i giovani. Ambientalismo, giustizia sociale, uguaglianza e inclusività sono tematiche di fondamentale importanza. Un dato che emerge anche da un altro sondaggio condotto da Too Good To Go con ISIC Italia - la Carta d'Identità Internazionale degli Studenti. Infatti, l’importanza di azioni ed interventi legislativi europei per arginare il problema del cambiamento climatico è molto sentito tra i più giovani: più di un rispondente su 2 (56%), dichiara di aver fiducia nelle istituzioni europee a riguardo. Tuttavia la paura che si prova al pensiero di possibili disastri legati ai cambiamenti ambientali è un sentimento che colpisce sempre più i giovani studenti: in Italia, il 76% si dichiara preoccupato per il futuro del pianeta.
In questo contesto, i giovani sono consapevoli dell’impatto dello spreco alimentare sull'ambiente. In particolare: 2 studenti intervistati su 3 identificano lo spreco come ciò che ha maggiore impatto negativo sull’ambiente; l’80% degli intervistati dichiara che ridurre lo spreco di cibo è vista come una soluzione per contrastare gli effetti del climate change; di fronte alle maggiori difficoltà economiche e all’impatto ambientale, il 63% degli studenti si dice più attento a non sprecare il cibo; 9 studenti su 10 sprecano meno del 10% del cibo che acquistano.