Firenze è la migliore città italiana per mobilità sostenibile
Firenze conquista il primo posto del podio per la mobilità sostenibile in Italia e Romano Prodi lancia la proposta di una ciclabile-simbolo, che unisca il nostro Paese dalle Alpi alla Sicilia
Firenze conquista il primo posto sul podio per la mobilità sostenibile, seguita da Milano e Torino. Al quarto posto Parma, seguita da Bologna. Roma soltanto al quindicesimo posto. Le città meno sostenibili sono Catania, Campobasso e Siracusa. Prato è la città con più auto di recente immatricolazione, mentre ad Ancona si sfiora il 25% di auto a basso impatto, GPL, metano, ibride o elettriche. In crescita le ciclabili, con Reggio Emilia a condurre, e purtroppo anche l’indice di mortalità sulle strade, con L’Aquila maglia nera. Il Rapporto premia le innovazioni introdotte dalle città, in particolar modo i sempre più diffusi sistemi di sharing o mobilità condivisa, in particolare la quantità di auto, bici, scooter e monopattini a disposizione dei cittadini. Sono i risultati del “Quindicesimo rapporto di Euromobility sulla mobilità sostenibile nelle principali 50 città italiane” presentato dal segretario nazionale di Euromobility Valerio Piras a conclusione della conferenza.
La proposta di Prodi
Con il Presidente Romano Prodi, a cui Euromobility e ANCMA hanno conferito il premio annuale Pensieri&Pedali per la sua passione per le due ruote, con le quali è riuscito a scalare per la terza volta lo Stelvio a 81 anni, è stata l’occasione di parlare con Piero Nigrelli e Riccardo Canesi di politica nazionale sulla ciclabilità, di politica industriale della bicicletta e di interventi per la mobilità attiva nelle nostre città. “I progetti del PNRR sulla mobilità sono buoni - ha dichiarato il Professore - e lo dimostrano anche le reazioni da Bruxelles, ma per spendere le risorse previste servono le semplificazioni che sono cominciate ma che non sono ancora completate. Comunque - ha proseguito - o noi riformiamo, insieme all’offerta delle biciclette, anche le strade per andarci, oppure arriviamo solo a metà del nostro cammino. Il problema della sicurezza è un problema tragico. Se vogliamo che i ragazzini imparino ad andare in bicicletta noi dobbiamo veramente lavorare non solo sulle biciclette, ma sulle infrastrutture che devono essere capillari e sicure. Creiamo però anche qualche ciclabile simbolica, ad esempio una ciclabile vera che percorra tutto lo Stivale, un’infrastruttura di comunicazione europea. Ma - conclude - aggiungiamo un’attenzione sull’uso quotidiano delle bici per andare al lavoro, quindi poniamoci il problema di come inserire le vie ciclabili dentro una struttura urbana che già esiste. Qui non è solo una questione di investimenti, ma di una cultura della progettazione che dia la possibilità di usare la bicicletta nella quotidianità, anche per i ragazzi per andare a scuola”.