Green life

Tre gli obiettivi di sostenibilità scelti dal colosso cooperativo: benessere animale, riduzione della plastica e lotta agli sprechi

Granarolo, gruppo cooperativo leader nel settore lattiero caseario con 1,3 miliardi di fatturato 2018 e oltre 3mila dipendenti, ha scelto tre dei 17 obiettivi per la sostenibilità individuati dalle Nazioni unite come obiettivi al 2030: benessere animale, riduzione della plastica e lotta agli sprechi.
 
Tre obiettivi ambiziosi ma realizzabili, su alcuni dei quali si sta già lavorando, per dare un proprio contributo all'Agenda 2030. "Sul fronte del benessere animale - ha spiegato il presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari - abbiamo già svolto un importante lavoro di certificazione che ha riguardato i nostri allevamenti. E abbiamo creato un rating in centesimi che misura il benessere animale. Già oggi oltre il 60% delle nostre stalle è al di sopra del 70/100 e l'obiettivo è di portare tutti i nostri allevamenti al di sopra di quella soglia nel giro di pochi anni". Il benessere animale è un obiettivo chiave, perché "le vacche che stanno bene hanno meno bisogno di farmaci, producono di più e meglio, garantendo redditività e soddisfazione agli allevatori e alle industrie di trasformazione".
 
Di grande importanza è anche l'obiettivo di ridurre il ricorso alla plastica nel packaging. "Un obiettivo che in alcune regioni del Nord - ha aggiunto Calzolari - qualcuno sta perseguendo anche rispolverando i vecchi contenitori in vetro. È una strada di non semplice gestione, ma è percorribile". Infine, il terzo goal di sostenibilità individuato da Granarolo è quello della lotta agli sprechi. "E qui una fetta importante - ha aggiunto Calzolari - è legata alla possibilità di rivedere la shelf life del latte fresco. Un'opzione regolata da una legge di trent'anni fa e che va rivista per tener conto dei miglioramenti tecnologici che sono intervenuti nella filiera lattiero casearia, dalle stalle alle industrie di trasformazione e fino alla distribuzione e che non giustificano più limiti così stringenti sulla durata del latte fresco. Limiti che poi - va ricordato - si traducono in sprechi rilevanti, quando quel latte non riesce a essere consumato entro i termini".