Medicinali per animali, in Italia vendite calate del 30% in 6 anni
Nel 2016 si conferma la tendenza alla diminuzione delle vendite totali, pari all’8,4% rispetto al 2015
In Italia nel giro di 6 anni il consumo di medicinali animali è calato del 30%, portando un primo importante contributo alla lotta contro la resistenza agli antibiotico. Il consumo dovrebbe ulteriormente calare, secondo Arianna Bolla, presidente di AISA - Federchimica, sigla che riunisce le aziende farmaceutiche del settore veterinario, grazie a una crescente serie di indirizzi e di misure adottate dalla Comunità europea, dai Ministeri competenti, da associazioni di allevatori e veterinari, e tramite uno strumento di prossima introduzione come la ricetta elettronica.
“Sicuramente si è andata diffondendo una certa consapevolezza - commenta Bolla nel corso di un incontro dedicato a farmaci e salute animale e umana alle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona -. A partire da cinque anni fa si è iniziato a raccogliere dati, disponibili da parte degli Stati membri, sulla quantità di antibiotici utilizzata in veterinaria. Per l’Italia quelli di cui parliamo - è comunque bene precisare - sono dati di vendita forniti dalle aziende, che potrebbero quindi non combaciare perfettamente con le reali quantità poi utilizzate”.
I dati di vendita italiani - Nel recentissimo report italiano sui dati di vendita dei medicinali veterinari contenenti agenti antimicrobici diffuso dal Ministero, in base alle rilevazioni, nel 2016 si conferma la tendenza alla diminuzione delle vendite totali, pari all’8,4% rispetto al 2015; una riduzione ancor più significativa se si considera il calo del 30% rispetto ai dati del 2010. La diminuzione è associata ad un importante calo della classe delle polimixine, - 42% rispetto al 2015. Altri cali significativi riguardano le classi identificate dalla World Health Organization (WHO) come Critically Important Antimicrobials – Antimicrobici di importanza critica (CIA), ovvero chinoloni, - 26%, fluorochinoloni -20% e cefalosporine di terza e quarta generazione, - 4%. Si riscontra, infine, una contrazione dell’8% anche per le forme farmaceutiche autorizzate, come premiscele, polvere e soluzioni orali, impiegate principalmente per i trattamenti di gruppo.
Con la ricetta elettronica azioni mirate - Ora, con l’ormai imminente introduzione della ricetta elettronica obbligatoria, si aprono scenari che permetteranno un controllo pressoché totale sull’andamento della produzione, della vendita, della distribuzione e dell’effettivo utilizzo dei medicinali. “Oltre alla possibilità di una tracciabilità completa del farmaco - fa notare la presidente di AISA - avremo completa disponibilità di informazione sull’uso antibiotico, compreso il consumo per specie animali”. Particolare non da poco, quest’ultimo, perché a partire dalle caratteristiche del consumo per specie si potranno avviare azioni mirate, ad esempio maggiori controlli, ma soprattutto maggiore formazione agli allevatori e ai veterinari: “Tutto ciò ci permetterà di allevare animali più sani”.