Merck entra nel progetto BioRescue, che punta allo stop dell’estinzione dei rinoceronti bianchi
L’azienda, leader nel campo della fertilità, mette a disposizione le sue tecnologie. L’italiano Cesare Galli tra gli esperti a lavoro sul progetto
Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, collaborerà al progetto di ricerca internazionale BioRescue per impedire l’estinzione del rinoceronte bianco settentrionale, mettendo a disposizione le sue tecnologie e le sue conoscenze sulla fertilità.
Il progetto Biorescue, guidato dal Leibniz Institute for Zoo and Wildlife Research (Leibniz-IZW) con la partecipazione del Max Delbrück Center for Molecular Medicine (MCD), ha ricevuto un finanziamento di circa 4 milioni di euro da parte del Ministero Federale dell’Istruzione e della Ricerca (BMBF) tedesco, in quanto parte dell'iniziativa di ricerca sulla conservazione della biodiversità del Ministero stesso.
Dopo la morte dell’ultimo esemplare maschile nel maggio 2018, oggi al mondo esistono solo due esemplari femminili anziani di rinoceronte bianco settentrionale, Najin e Fatu, esposti a un reale rischio di estinzione. Per il salvataggio di questa specie è stato costituito un consorzio scientifico internazionale di esperti provenienti da Germania, Italia, Repubblica Ceca, Giappone e Stati Uniti guidato dal Prof. Thomas Hildebrandt del Leibniz – IZW. Il team di ricerca utilizzerà due metodologie.
La prima fase riguarda un trattamento di fecondazione in vitro: gli ovociti delle due femmine di rinoceronte del nord verranno raccolti per poi essere fecondati in Italia con lo sperma scongelato dei rinoceronti bianchi deceduti; la fecondazione e la maturazione degli embrioni sarà realizzata dal Prof. Cesare Galli presso il Centro Avantea, laboratorio di tecnologie avanzate per la riproduzione animale e la ricerca biotecnologica, utilizzando l’incubatore e il sistema di visualizzazione e valutazione remota delle informazioni provenienti dai dispositivi distribuiti da Merck, per assicurare il massimo delle possibilità di successo. L’embrione che si formerà verrà quindi trasferito nell’utero di un rinoceronte bianco del sud, che porterà avanti la gravidanza come madre surrogata poiché Najin e Fatu sono troppo anziane per poter affrontare la gestazione. Si tratta di una procedura assolutamente innovativa, già testata preventivamente a maggio 2019 dal team del Prof. Hildebrandt che è riuscito a trasferire un embrione nell’utero di un rinoceronte bianco del sud, raggiungendo un importante traguardo.
La seconda fase prevede invece l’utilizzo di staminali pluripotenti provenienti dalle cellule della pelle e trasformate in cellule germinali primordiali; verrà realizzata dal team Leibniz – Lzw in collaborazione con noti esperti quali il Prof. Katsuhiko Hayashi (Università Kyushu, Giappone), il Dr. Sebastian Diecke (Centro Max Delbrück per la Medicina Molecolare a Berlino), il Dr. Micha Drukker (Helmholtz Zentrum München), il Prof. Cesare Galli (AVANTEA) e il Prof. Vasil Galat (Reproductive Genetics Institute, USA). Questo approccio, nonostante il numero limitato di uova e spermatozoi disponibili, consentirà di aumentare la variabilità genetica della specie e di raggiungere l’obiettivo finale ossia arrivare a una popolozione autosufficiente e geneticamente sana di rinoceronti Bianchi del Nord che possano sopravvivere in natura.
“Da oltre 60 anni Merck è impegnata nell’area della fertilità” sottolinea Antonio Messina, a capo del business biofarmaceutico di Merck in Italia. “Come azienda leader in questo settore e particolarmente attenta ai temi della responsabilità sociale, siamo particolarmente fieri di fornire il know how e le tecnologie necessarie alla realizzazione di questo ambizioso progetto che potrebbe segnare una svolta epocale nell’ambito della preservazione delle specie in via di estinzione”.