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Perché gli italiani non sognano le auto elettriche. L'analisi della Fondazione Mattei

where Milano when Gio, 02/05/2024 who roberto

L’analisi segnala un dato molto basso delle auto elettriche e ibride sul totale ma anche la necessità di ridurre le emissioni del parco circolante che continua a crescere

Nonostante i cambiamenti nell’offertaautoelettrichenograzie.png e il sostegno garantito dal Governo e dagli enti locali alle auto elettriche e ibride, l’obiettivo di sostituire le auto inquinanti  con nuove autovetture a zero e basse emissioni è da considerarsi del tutto velleitario. A sostenere il duro giudizio è l’analisi  “Gli Italiani non sognano auto elettriche: la difficile decarbonizzazione del parco circolante” della Fondazione Eni Enrico Mattei, a firma di Monica Bonacina e Antonio Sileo.

I numeri del parco
Gli autori segnalano che il successo dell’approccio europeo ai fini degli obiettivi climatici al 2030 va misurato dalla capacità delle autovetture nuove (in particolare full-elettric) di sostituirsi all’esistente e di permanere nel tempo. Tuttavia, il peso percentuale delle propulsioni elettriche (che i regolamenti UE indicano come risolutrici dell’impatto climalterante della mobilità privata) nel 2023 non arriva in Italia al 5 per mille del parco circolante. Le stesse ibride non plug-in, malgrado il successo della Panda, motorizzano meno del 5% del parco 2023. Per rinnovarlo interamente entro i termini dell’accordo di Parigi, l’Italia dovrebbe rottamare (mediamente) 1,5 milioni di auto all’anno in ciascuno dei prossimi 25 anni sostituendolo con un mezzo di mobilità alternativa ovvero con un’auto climaticamente neutra. Non solo: nel nostro Paese il saldo tra auto neotargate e quelle destinate alla rottamazione continua a essere positivo, il che significa che il parco circolante è in aumento: 39,8 milioni nel 2021, 40,2 nel 2022 e 40,9 nel 2023. il rapporto tra radiazioni (leggi rottamazioni) e nuove immatricolazioni è stato di 770 a 1.000. Al fine di ottenere una riduzione delle emissioni allo scarico del parco è dunque necessario o che il saldo sia negativo (cioè, che il circolante decresca) o che le nuove auto elettriche sostituiscano delle auto endotermiche in uso. E tutto questo non sta accadendo.

La distanza abissale
“I dati – si legge nell’analisi - purtroppo restituiscono un quadro grandemente sconfortante: la penetrazione delle autovetture elettriche pure nel parco è minima e per nulla sostitutiva (sono circa 18mila al 2018) ; il circolante italiano continua a crescere e le autovetture incrementali non sono a emissioni zero;  le autovetture full-elettric sembrano aver tempi di permanenza nel parco inferiori alle altre trazioni. Anche la stima contenuta nell’aggiornamento del PNIEC 2023 - avere 4,3 milioni di autovetture ad emissioni zero e 2,3 milioni di autovetture a basse emissioni nel Parco italiano entro il 2030 - pare davvero troppo ambiziosa. Pur confidando in un incremento delle immatricolazioni nei prossimi anni, a fine 2024 la distanza dall’obiettivo sarà ancora abissale: mancheranno all’appello almeno 4 milioni di auto a emissioni zero (95% dell’obiettivo) e resteranno solo 6 anni per immatricolarle. Al netto delle radiazioni, significherebbe immatricolare annualmente oltre 666.000 auto (in media): 10 volte le immatricolazioni di full-elettric del 2023 (Sileo, 2023). Da segnalare che 666.000 immatricolazioni annue non sono state raggiunte neanche dalla tipologia di automobili oggi più vendute in Italia: le ibride non ricaricabili, che nel 2023, sommando motorizzazioni benzina e diesel, hanno totalizzato suppergiù 575.000 unità.

Decarbonizzare l’esistente
Altro confronto chiarificatore è quello con le autovetture endotermiche alimentate a GPL che proprio nel 2023 hanno superato i 3 milioni di esemplari in circolazione (oltre 10 volte le elettriche). Una cifra ragguardevole che è stata raggiunta in 6 anni, partendo tuttavia da uno stock di 2,3 milioni di unità (2 milioni in più delle elettriche oggi circolanti). Va infine ricordato che – da oltre un decennio – le immatricolazioni annue di auto alimentate a GPL sono mediamente sopra le 100.000 unità. Gli autori nelle loro conclusioni suggeriscono la necessità di “lavorare sulla decarbonizzazione del parco esistente; sarebbe illogico, infatti, scommettere solo su una lenta e ostica sostituzione, tanto più con autovetture elettriche. E non perché oggi queste ultime – con l’eccezione delle auto alimentate a gas naturale – sono le meno acquistate dagli italiani, ma perché una diffusione plurimilionaria di auto elettriche da ottenere nel prossimo lustro (o poco più) sarebbe impossibile anche se fossero in testa alla classifica delle vendite”.
L’abstract dello studio lo trovi qui 

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