Il progetto. Perché s’invecchia meglio nelle città medie
L’altra caratteristica decisiva per la longevità in salute è vivere nella propria abitazione. Emerge dall’iniziativa Casa di Chl e Università di Bergamo. Il caso del capoluogo bergamasco
Scoprire come le caratteristiche dello spazio abitativo, urbano e sociale delle città medie italiane incidano sull’invecchiamento. È lo scopo del progetto “Casa - Invecchiare nelle città medie: come le condizioni abitative e gli spazi urbani possono ridurre o aumentare le opportunità per la longevità in salute” presentato di recente dall’Università di Bergamo. Lo riporta l’agenzia Ansa.
Il progetto parte dal presupposto che in Italia la maggior parte delle persone over 65 vive in città di medie dimensioni e, salvo situazioni di non autosufficienza, invecchia nella propria abitazione. Il fenomeno è noto come “Ageing in place”. Ne consegue che queste condizioni di vita tranquilla giocano un ruolo cruciale nel determinare la qualità delle giornate delle persone anziane e la loro opportunità di longevità.
Il progetto è nato su iniziativa del Center for healthy longevity (Chl) dell’Università di Bergamo, ed è finanziato nell’ambito di un bando Pnrr.
Attraverso l’analisi di dati sociodemografici, delle motivazioni individuali e l’analisi spaziale di Bergamo (assunta come caso studio) il progetto mira a definire un modello applicabile anche ad altri contesti.
“Questo progetto ha per noi un valore strategico e rappresenta uno dei primi progetti del Center for healthy longevity”, ha sottolineato la professoressa Francesca Morganti, direttrice del Chl, “perché va a posizionare il centro nel panorama nazionale e soprattutto all’interno di un partenariato multidisciplinare che sta già esplorando la longevità in salute. Rappresenta altrettanto l’inizio della collaborazione interdipartimentale dei nostri studiosi con l’ateneo di Bergamo, senza la quale il progetto Casa non avrebbe possibilità di successo. È infine l’evidenza dell’impegno che il Chl ha avuto sin dai suoi esordi: quello di lavorare guardando alla città e a come rendere i cittadini e le cittadine di Bergamo maggiormente consapevoli delle loro traiettorie di invecchiamento”.