Sondaggio. Il 65% dice no al Green deal europeo
Le politiche Ue per contrastare gli effetti del riscaldamento climatico sono una priorità solo per il 12%. L’auto elettrica tra i punti più contestati. Il sondaggio web di Adnkronos
Per il 65% degli utenti web e social di Adnkronos il Green deal europeo andrebbe eliminato, per il 23% migliorato e solo per il 12% è una priorità. Così come viene portata avanti, secondo i 5.500 utenti (che non rappresentano un campione statistico), la transizione danneggia l’economia (75%). In pochi si esprimono positivamente sull’acquisto delle auto elettriche a causa del prezzo (46%) o dei limiti per la ricarica (38%). Le risposte sono state oggetto di commento durante il convegno Adnkronos Q&A dal titolo “Trasformazione green, investimenti e strategie” che si è svolto a Roma.
Inoltre, secondo la rilevazione, per il 56% delle aziende ci sarebbe troppo green washing nella comunicazione e servirebbe più attenzione (35%). In veste di consumatori, quattro utenti su dieci tengono conto dell’attenzione alla sostenibilità per i propri acquisti. Fatti (per il 64%) e coerenza (32%) sembrano avere un maggiore impatto sulle scelte del carrello.
«L’atteggiamento della nuova Commissione»
«Occorre comprendere quale sarà l’approccio della nuova Commissione europea e a che punto siamo nella corsa alla transizione ecologica», ha detto il direttore di Adnkronos, Davide Desario, introducendo i lavori. Bisogna «esaminare le iniziative delle aziende italiane che cercano di conciliare sostenibilità e competitività, analizzare la percezione della sostenibilità da parte degli italiani, basata sulla nostra recente rilevazione. E discutere anche su come la sostenibilità debba essere comunicata efficacemente e quale ruolo cruciale svolga l’informazione in questo processo», ha suggerito Desario.
Pichetto: «Migliorare, non distruggere»
Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, ha ricordato la strategia del Governo: “L’attenzione è su più fronti: il lavoro in corso sui settori in cui è più difficile decarbonizzare, gli incentivi per le Cer, l’avanzamento delle misure del Pnrr e diverse altre azioni normative di semplificazione. Sono convinto che il rinnovamento delle istituzioni europee ci permetterà di affrontare con maggiore pragmatismo anche quelle norme del Green deal che si sono dimostrate molto ma molto sbilanciate». «L’Italia non ha mai lavorato per distruggere», ha precisato il ministro, «ha voluto piuttosto migliorare, anche riuscendo, direttive e regolamenti che rischiano di lasciare indietro interi settori dell'economia».
«Serve un approccio basato su evidenze empiriche e non su posizioni ideologiche, che guardi con favore alla neutralità tecnologica e all’inserimento dei biocarburanti tra le modalità per raggiungere l’abbattimento di CO2», ha fatto eco il ministro delle Imprese Adolfo Urso, «per questo chiediamo di anticipare alla prima metà del prossimo anno il Rapporto di valutazione previsto per fine 2026. Siamo consapevoli che l’obiettivo della decarbonizzazione non può essere messo in discussione, ma occorre un confronto aperto su quale sia la modalità corretta per raggiungerlo».