Startup, Bsamply lancia la nuova sezione green
Bsamply prosegue il suo percorso da protagonista del settore fashion con una nuova sezione green e nuovi clienti internazionali
Internazionalizzazione e diversificazione: sono questii due pilastri sui quali Bsamply, startup nata nel 2017 che scommette sulla digitalizzazione del mondo del tessile, del pellame e degli accessori vuole puntare per allargare i propri orizzonti. A questi si aggiunge poi la sostenibilità, bussola che sin dalla sua nascita guida l’azienda e le ha permesso di consolidare la sua presenza nel mondo del fashion. Ad oggi, sulla piattaforma sono registrati 6000 brand provenienti da Europa, Asia e Stati Uniti e oltre 100 Supplier registrati, dei quali il 70% italiani e il 30% internazionali. Ottimi risultati anche lato Buyer: nell’ultimo anno si è assistito a una crescita trimestrale di circa il 30%. Ma non ci sono limiti all’ascesa di Bsamply, che ha già creato una sezione per pelli, packaging e accessori come bottoni, nastri e cerniere, mentre a giugno 2021 vedrà la luce un’area tutta dedicata all’interior design. Nell’esplorazione di questo nuovo settore, l’azienda parte avvantaggiata, in quanto ha già fra le sue fila alcuni fornitori di rilievo come Redaelli Velluti e Clerici Tessuto.
“Abbiamo diversi progetti in cantiere per quest’anno, prima tra tutti una sezione completamente dedicata ai materiali sostenibili, così che le case di moda interessate siano facilitate nel processo e possano trovare più velocemente ciò di cui hanno bisogno – spiega Andrea Fiume (nella foto), CEO di Bsamply – . Un’intuizione per migliorare la user experience dei Buyer, ma anche un’esigenza nata dall’entrata nel nostro portafoglio clienti di brand prestigiosi, italiani e internazionali, che come noi credono nell’importanza dell’economia circolare e agiscono concretamente per rendere la fashion industry, responsabile del 10% delle emissioni globali annue, più green. Inoltre, da metà aprile lanceremo anche l’app Bsamply da cui Buyer e Supplier potranno visionare i prodotti, fare campionature e scambiarsi messaggi in tempo reale, mentre per giugno è previsto un aggiornamento completo della piattaforma che porterà con sé nuove funzionalità”.
Per quanto riguarda i nuovi clienti esteri, merita una menzione PYRATEX, azienda di Madrid che sostituisce i tessuti sintetici con materiali più naturali che il pianeta ha da offrire. Rimanendo sempre in Europa, altre realtà interessanti sono Ictyos, conceria ecologica francese che dalla pelle di pesce proveniente dagli scarti dell’industria alimentare ricava capi unici nel loro genere, e We aRe SpinDye, compagnia svedese che ha sviluppato un metodo di colorazione più sostenibile rispetto al processo di tintura tradizionale capace di ridurre l’utilizzo d’acqua nella filiera produttiva del 75% e la carbon footprint del 30%. Obiettivo perseguito anche dal gruppo giapponese Itochu con il brand Livinax che, tramite il progetto RENU, promuove il riciclo e la lavorazione degli avanzi di produzione per dare vita a nuove fibre tessili, risparmiando fino a 32,5 milioni di litri d’acqua e diminuendo le emissioni di CO2 di 18.000 tonnellate. E poi ci sono la turca Zeynar Tekstil, che si occupa di stampe e tinture con un approccio sostenibile certificato, l’indiana Herbal Fab che supporta l’iniziativa “Who Made My Clothes?” a favore di un’industria del fashion più etica e l’australiana Fibre for Good, che produce abbigliamento per neonati utilizzando il Natural Colour Cotton. Fra i Supplier nostrani invece figurano nomi come Marzotto, primo gruppo industriale tessile italiano, Olimpias, gruppo all’avanguardia nel panorama tessile europeo che impiega oltre 1500 persone, e Limonta, importante realtà con più di un secolo di storia e attiva fin dai primi anni novanta nella riduzione dell’impatto ambientale.