Studio Ecco. Perché l’auto elettrica non viene premiata dal fisco
In base agli oneri in relazione alle emissioni di CO2, in Italia alla ricarica “con la spina” è applicato un carico fiscale medio pari a 415 euro per tonnellata di CO2, contro un valore di 252 per i carburanti fossili. Perché? Si spiega così
In Italia chi ricarica un’auto elettrica paga più tasse di chi utilizza benzina, diesel o gpl. Un paradosso, come spiega una nota dell’agenzia Ansa, che si ingigantisce con gli oneri fiscali in relazione alle emissioni di CO2 prodotte: paga di più chi possiede un’auto elettrica nonostante tali emissioni siano assenti, almeno in fase di trazione. È quanto emerge dalla prima analisi comparata dei costi di ricarica elettrica e di rifornimento di carburanti “tradizionali” per l’automobile. Lo studio, a opera di Ecco, il think tank italiano per il clima, dal titolo “La fiscalità dell’energia nella transizione all’auto elettrica”, è stato pubblicato a ottobre e presentato nel corso di un evento dedicato.
In contrasto ai principi comunitari
Ecco sottolinea che la maggiore tassazione delle ricariche elettriche è dovuta soprattutto agli oneri generali di sistema che gravano sulle ricariche alle colonnine pubbliche e sulle ricariche private (domestiche e non, come i contatori condivisi condominiali), e che solo la “maggiore efficienza energetica delle auto elettriche rende vantaggioso guidare l’elettrico per i consumatori”. L’auto “con la spina” permette di percorrere con la stessa quantità di energia distanze da tre a cinque volte superiori rispetto agli equivalenti mezzi con motore endotermico.
Per quanto riguarda la ricarica domestica, l’onere fiscale è più elevato tra il 5% e il 30% rispetto a benzina e diesel e di addirittura il 265% rispetto al gpl. Il confronto si estende anche alle ricariche effettuate in azienda (+22% di oneri rispetto a benzina, +52% e +327% in confronto a diesel e Gpl) e alle colonnine pubbliche.
In base agli oneri in relazione alle emissioni di CO2, considerando le diverse fonti di energia che concorrono a produrre l’elettricità, in Italia alla ricarica elettrica è applicato un carico fiscale e parafiscale pari a un costo medio equivalente di 415 euro per tonnellata di CO2, contro un valore medio di 252 per i carburanti fossili. “Una divergenza in evidente contrasto con l’applicazione del principio comunitario “chi inquina paga”, oltre che con gli impegni profusi per il miglioramento della qualità dell’aria nelle città”, si legge nello studio.
I nodi da sciogliere
In questo periodo tiene banco il dibattito dell’accisa sul diesel, dato che il governo prevede un “allineamento” con l’accisa della benzina. Attualmente il minor prezzo dell’accisa sul diesel costa alla Stato 3,5 miliardi di euro in termini di mancate entrate. Uno sconto, quello sul diesel, considerato un Sussidio ambientalmente dannoso (Sad) che, per impegni presi in sede comunitaria, deve essere progressivamente eliminato.
«La proposta del governo di mettere mano alla differenza di accisa tra diesel e benzina è una decisione inevitabile, sia per le evoluzioni attese del mercato dell’auto sia per le esigenze di gettito dello Stato», ha spiegato Matteo Leonardi, co-fondatore e direttore di Ecco. «È essenziale che la fiscalità dei beni energetici sia coerente con l’evoluzione del mercato e a sostegno della transizione. Spetta al governo decidere se i meccanismi con cui correggere questa esigenza fiscale possano essere diluiti in un periodo più ampio, in base alle dinamiche di penetrazione sul mercato dell’auto elettrica, o maggiormente concentrati per esigenze di bilancio. Certamente questi aumenti devono essere accompagnati da strumenti di garanzia per i consumatori finali».
Un possibile calo di gettito
Altra questione posta sul tavolo da Ecco riguarda la diffusione dell’auto elettrica in Italia. In sostanza, più sarà diffusa e più si verificherà una riduzione dei consumi energetici per via della maggiore efficienza di questi modelli. Ciò comporterà una riduzione del gettito dello Stato stimato in un miliardo di euro al 2030. Un fattore che non deve tradursi in un aumento del peso della fiscalità sull’elettricità, dato che renderebbe i costi insostenibili per le famiglie e le imprese.
Leggi qui lo studio integrale
https://eccoclimate.org/wp-content/u...