Olimpiadi invernali 2026, metà delle opere ancora sulla carta
Le associazioni promotrici della campagna Open Olympics presentano il secondo report di monitoraggio civico. Scadenze da rispettare e assenza della valutazione d’impatto ambientale nel 60% delle strutture i punti più controversi. Le repliche di Simico e del ministero
A meno di un anno dall’inizio delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, emergono preoccupazioni riguardo allo stato di avanzamento delle infrastrutture. La rete Open Olympics 2026 (un gruppo composto da una ventina di associazioni, tra cui Club Alpino Italiano, Libera, Legambiente e Wwf, che da mesi porta avanti una campagna di monitoraggio civico sui prossimi Giochi) ha rivelato che, secondo i dati del portale “Open Milano Cortina 2026” gestito da Simico, su 94 delle 100 opere pianificate il 50% risulta ancora in fase di progettazione o gara d’appalto, senza che sia stata posata la prima pietra. Queste opere rappresentano un investimento totale di 3,4 miliardi di euro. Ad oggi, solo 6 delle 59 opere con scadenza entro il 4 febbraio 2026 sono state completate, pari al 10% del totale.
Un aspetto centrale riguarda l’assenza di valutazioni d’impatto ambientale (Via) per il 60% delle opere, ritenute non necessarie o escluse in base alle normative vigenti. Questa mancanza, sottolinea Open Olympics 2026, “solleva interrogativi sulla sostenibilità ambientale dei progetti in corso”.
Quattro questioni sul tavolo
Le considerazioni sono contenute nel secondo rapporto di monitoraggio civico della rete, che ha evidenziato quattro questioni chiave ancora irrisolte. Cioè, nell’ordine, il conteggio effettivo dei progetti (dal portale di Simico mancano 6 delle 100 opere previste dal Piano, oltre a quelle escluse dal dpcm ma comunque legate ai Giochi); trasparenza sulle fonti di finanziamento e sulle spese effettivamente sostenute; dati sull'impronta di CO2; quarto e ultimo punto, chiarimenti su come evitare che i costi ricadano su ambiente, lavoro e controlli, considerati i tempi ristretti.
Una ulteriore fonte di preoccupazione è il deficit patrimoniale di circa 108 milioni di euro registrato nel bilancio 2023 della Fondazione Milano Cortina 2026, l’ente responsabile dell’organizzazione dei Giochi. Questo disavanzo, secondo il Cai e gli altri membri del gruppo, solleva dubbi sulla capacità di reperire gli 1,6 miliardi di euro necessari per completare le opere.
Abodi: “La pista di Cortina eccellenza dell’impiantistica”
In risposta, Simico (Società infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 spa, azienda pubblica italiana costituita nel 2021 e incaricata della progettazione e realizzazione delle opere infrastrutturali necessarie per i Giochi) ha sottolineato come fosse già noto che alcune opere sarebbero state avviate e completate dopo le Olimpiadi, ribadendo l’impegno a garantire la trasparenza e l’aggiornamento costante dei dati attraverso il portale dedicato.
Nel frattempo, il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, ha difeso la realizzazione della pista da bob a Cortina, definendola “un’eccellenza dell’impiantistica”, commentando le preoccupazioni ambientali.
Impegno apprezzato dalle associazioni, che nel monitoraggio sottolineano positivamente il fatto che chiunque possa accedere al portale “Open Milano Cortina 2026”, scaricare e commentare i dati sui lavori. “È un importante risultato per la società civile, alla luce dello sforzo sostenuto da Simico che cura la piattaforma”, concludono le associazioni.