Assobioplastiche contraria all'incremento del contributo ambientale
L’associazione dice di non essere stata coinvolta nella decisione dell’accordo Anci-Conai e lamenta il mancato riconoscimento delle necessità del comparto rappresentato dalle plastiche compostabili
Dopo l’aumento del contributo ambientale sugli imballaggi in plastica, Assobioplastiche ha espresso tutta la sua contrarietà nei confronti del provvedimento. Lo ha fatto con una nota nella quale l’associazione dice di non essere stata “in alcun modo coinvolta né nell'accordo ANCI-CONAI, né nella discussione sull'ammontare del CAC per gli imballaggi in plastica compostabile né, tantomeno, e cosa ancora più grave, nell'uso che di questo CAC viene fatto in relazione alle bioplastiche stesse”.
“L'attuale sistema obbliga la relativa filiera ad assumersi onerosi extracosti, derivanti da azioni che statutariamente competerebbero al consorzio competente, che continua ad ignorare le necessità del comparto rappresentato dalle plastiche compostabili”.
Assobioplastiche - si legge ancora nel testo - esprime dunque tutto il proprio sconcerto nel vedere intesa la filiera dei produttori di imballaggi compostabili come mero pagatore di un contributo sempre più elevato, tarato sui più alti costi di gestione ambientale degli imballaggi in plastica tradizionale, con giustificazioni relative ad aspetti che la riguardano solo in minima parte”.
“Le plastiche compostabili, in particolare, non stanno solo contribuendo in maniera efficace al buon andamento della raccolta differenziata della frazione organica, permettendo una drastica diminuzione dell'inquinamento di tale frazione (FORSU) dovuta alla presenza di imballaggi plastici tradizionali - oltre 50mila tonnellate l'anno, secondo i dati del Consorzio Italiano Compostatori - ma rappresentano anche una realtà di innovazione importante per il sistema Paese”.
“È dunque necessario pensare - conclude il comunicato - a modelli consortili che tengano conto di questa evoluzione ed Assobioplastiche intende muoversi in questa direzione”.