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Il caso Arera. In difesa dell’authority intervengono Assoambiente e i consumatori

where Milano when Mar, 14/05/2024 who roberto

La lettera di Chicco Testa: servono regole certe per le aziende di gestione. Massimiliano Dona: dagli emendamenti sui rifiuti il rischio di costi senza controllo, no all'anarchia sulle tariffe

L’Unione nazionale consumatori chicco-testa.jpge l’Assoambiente affiancano l’Arera contro l’emendamento al ddl Superbonus che vuole togliere all’autorità Arera le competenze sui rifiuti. Il presidente dell’Assoambiente, Chicco Testa, ha scritto al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto una lettera di allarme delle imprese di gestione ambientale rappresentate dall’associazione; il presidente dell’Unc, Massimiliano Dona, è intervenuto con un comunicato stampa.
 
La nota dei consumatori
"No all'anarchia sulle tariffe. Non capiamo perché non si voglia lasciar lavorare in pace l'authority per fare in modo, come già avvenuto in altri settori, di coniugare efficienza, trasparenza e copertura dei costi con la tutela dei diritti dei consumatori che non può certo prescindere dalla determinazione del quadro tariffario. Le tariffe devono essere sostenibili per le famiglie, che non possono pagare per le inefficienze di altri. Gli italiani certo non possono subire altri rincari, oltre a quelli che hanno già patito in questi anni", afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.
"Ci piacerebbe, capire, poi, cosa hanno a che fare le tariffe dei rifiuti con il Superbonus. È ora di finirla di introdurre la qualunque in ogni decreto anche se non c'entra nulla con l'oggetto del provvedimento. Va posto un freno a questo dilagare senza freni", conclude Dona.
 
La lettera integrale di Testa
Gentile ministro,
Gli emendamenti presenti nell’ambito dell’esame in Senato del ddl Superbonus e misure fiscali (AS 1092) rimettono in discussione il ruolo di Arera nella regolazione del sistema dei rifiuti e in particolar modo vanno a cassare le competenze sulla predisposizione e aggiornamento metodo tariffario, sull’emanazione di direttive per la separazione contabile e amministrativa della gestione, sulla valutazione dei costi delle singole prestazioni e la definizione di schemi tipo dei contratti di servizio.
È innegabile che in questi anni, dopo l’avvento della regolazione dell’Arera, è emersa ancora più che in passato la complessità industriale, amministrativa e di mercato del settore dei rifiuti e il tema della regolazione su scala nazionale, da sempre rimandato, si è scontrato con le difficoltà croniche del comparto.
L’Arera, forte dell’esperienza regolatoria - ma in comparti totalmente diversi – ha sottostimato l’opportunità di affiancare le consultazioni con gli stakeholder a momenti di “simulazione” in cui i primi orientamenti venivano calati nei diversi assetti di governance e di mercato. Il tema delle peculiarità territoriali - riconducile ad un approccio asimmetrico e graduale - doveva essere valutato in modo più approfondito, laddove sono principalmente le scelte di programmazione locale ad aver influenzato (ed influenzare) la gestione del servizio e i rapporti giuridico-contrattuali ed economici tra amministrazione e gestori. La complessità ed eterogeneità dei contesti richiedeva un intervento regolatorio ad avanzamento più graduale, che coniugasse i differenti assetti che si sono configurati sui territori nel tempo, con differenti livelli di qualità del servizio, in un’ottica di convergenza delle performance a livello nazionale.
Da altra prospettiva, e considerato quanto sopra, è innegabile che con la presenza di una autorità amministrativa indipendente con poteri regolatori su aspetti tariffari e di qualità su scala nazionale si possa affrontare con maggior vigore i divari territoriali su servizi e carenze impiantistiche, oltre a offrire maggiore stabilità sotto i diversi aspetti governati da amministrazioni locali non sempre coerenti con gli obiettivi nazionali ed europei.
In questi termini quindi togliere in modo tranchant ad Arera le competenze, fra le molte cose, in ordine al metodo tariffario, potrebbe comportare incertezza in relazione alla disciplina in base alla quale si finanzia il servizio nonché il venir meno dei riferimenti per garantire nel tempo una stabilità economico finanziaria dei gestori, non essendoci più criteri uniformi per la verifica dei costi.
Con tutti i molti aspetti di difficoltà dovuti alla naturale complessità del settore della gestione di rifiuti urbani, l’autorità sta quindi trovando un “ordine” al comparto anche se – come da sempre ribadito - serve maggiore attenzione a che non ci sia un appiattimento su modello “concessorio” e di “gestione integrata” del ciclo dei rifiuti affinché non vengano compresse le dinamiche competitive che oggi il comparto presenta grazie all’esistenza di grandi, medie e piccole imprese che lavorano anche con contratti di appalto magari anche solo per singole fasi del servizio.
In conclusione, oltre alla sistematizzazione della normativa sui servizi pubblici locali avvenuta nel 2022, eventuali interventi demolitivi tout court sulla disciplina Arera sono poco funzionali all’interesse delle imprese essendo più adeguati interventi nel merito sulle regole del gioco e percorsi condivisi: l’urgenza più ampia anche per il mondo dei rifiuti urbani è quella di avere regole certe a garanzia di trasparenza e tutela della competitività nella “messa a terra” delle regole. È necessario ricondurre la disciplina complessiva a dimensioni ragionevoli e restituire organicità, semplicità e chiarezza ad un quadro giuridico frastagliato ed in continuo mutamento oltre che individuare strumenti, quali linee giuda operative, per aiutare gli operatori e i soggetti pubblici nel complesso percorso di recepimento della disciplina Arera.
Cordiali saluti.

Il presidente Assoambiente Chicco Testa

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