Clini: “Bene la service tax ma deve premiare la raccolta differenziata”
L’ex ministro dell’ambiente interviene per ricordare come la controversa tassa che sostituirà la Tares dovrà essere un’opportunità e non uno strumento per far quadrare i conti dei Comuni. Il principio dovrà essere “chi non fa la differenziata deve pagare di più”
La service tax ha senso solo se si articola una forma di tassazione basata sulla quantità dei rifiuti che si riciclano e dell’indifferenziato che si porta allo smaltimento”. Così il direttore generale del ministero dell' Ambiente, Corrado Clini interviene dopo l’introduzione della tassa che sostituirà la Tares.
La tassa sui rifiuti e servizi che doveva entrare in vigore da quest'anno, dice Clini, può essere “un'importante opportunità”, ma non deve diventare uno strumento per far quadrare i conti dei Comuni.
È importante, ha aggiunto, che “il calcolo non venga fatto in base ai metri quadri" ma alla produzione effettiva dei rifiuti. In questo modo, spiega Clini, “la tassa dovrebbe cogliere esattamente il servizio che viene reso alla Pubblica amministrazione e le performance
che il cittadino garantisce”.
Il principio è semplice: “chi non fa la raccolta differenziata dovrebbe pagare di più” e il costo della tassa “deve essere proporzionato alla quantità effettiva di rifiuti raccolta per lo smaltimento”. Secondo il direttore generale del ministero dell'Ambiente, “premiando la componente della raccolta differenziata si dà un contributo concreto ad una strategia economia che punta a recuperare risorse e non a buttarle”.