Conai festeggia 15 anni – La ricerca: più attenti all’ambiente, alla differenziata e ai prodotti riciclati
L’ambiente è una priorità ma non è più l’emergenza di qualche tempo fa. Tra gli Italiani prevalgono i profili Eco-tech, Sostenibili, Non (for) profit e Retrò che, seppure in maniera diversa, si preoccupano dell’ambiente e della sua buona gestione. Sono alcuni dei punti salienti di una ricerca commissionata dal Conai per capire come eravamo e come siamo
La paura principale oggi è per il lavoro e per il futuro dell’economia, ma non viene meno l’attenzione verso i temi ambientali. Sono passati 15 anni dalla sua fondazione e, per avere un’idea di come sia cambiata l’Italia in questo lasso di tempo, il Conai ha commissionato all’Ipsos una ricerca che indaga non solo com’è mutato il nostro atteggiamento in materia di sensibilità verso i temi dello sviluppo sostenibile, ma anche, in senso più generale, come sono cambiati gli italiani.
Dalla ricerca (ottocento interviste su un campione della popolazione compreso tra 15 e 75 anni) emerge che se qualche anno fa il welfare (problemi giovanili, anziani e pensioni, casa, sanità, servizi sociali, scuola e asili) destava preoccupazione per il 48% dei maggiorenni, oggi il dato si attesta sul 33% (-15%). Ancor più significativa è l’inversione di tendenza nei confronti dei temi legati a sicurezza e immigrazione: in passato la tematica preoccupava oltre metà della popolazione (52%, circa 26 milioni di persone), a inizio 2012 siamo scesi al 9%, con una diminuzione del 43%. In questo scenario complesso, è abbastanza prevedibile che ambiente e mobilità destino minori preoccupazioni: impensieriscono, infatti, solo il 4-5% del campione (circa 2 milioni di Italiani). Tuttavia non viene meno l’attenzione verso l’ambiente (più i singoli che non le aziende).
Questo accresciuto interesse è dovuto alla maggior centralità del tema, per una crescente consapevolezza dell’imprevedibilità degli eventi naturali e dell’esauribilità delle fonti energetiche. Più attenzione per l’ambiente si accompagna a maggiore consapevolezza e sensibilità rispetto a tematiche che, 15 anni fa, erano meno sentite: l’inquinamento atmosferico (il 73% del campione oggi lo ritiene un problema più preoccupante), quello delle acque e lo spreco energetico (oggi più rilevanti di ieri per il 60% della popolazione). Sono i giovanissimi (di età compresa tra i 15 e i 24 anni) a essere più consapevoli del binomio “maggiori consumi energetici uguale maggior inquinamento ambientale”, mentre la fascia over 65 dimostra una minor coscienza in tal senso.
Dal 1997 è migliorata anche la diffusione dei prodotti realizzati con materiali riciclati e la migliore efficienza nel sistema di raccolta differenziata (per l’89% del campione). Ma non tutto va alla perfezione: sono diminuiti il rispetto per gli altri e il senso civico. Anche l’umore dei connazionali sembra essere peggiorato: negli ultimi 15 anni gli adulti sono diventati più pessimisti. Per i giovani va meglio: sono più ottimisti degli adulti, ma sembrano meno sensibili al tema ambientale, sentito lontano dalla loro quotidianità e dal loro mondo, sempre più virtuale e immateriale.
I settori più attenti all’ambiente
Secondo gli Italiani i settori più attenti all’ambiente sono quello alimentare e quello energetico: rispettivamente, per il 35% e il 23% degli intervistati. Percentuale, quest’ultima, che si attesta al 36% per i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 24 anni. In particolar modo, i giovani ritengano che la palma delle innovazioni nell’ultimo quindicennio debba essere assegnata proprio allo sviluppo di fonti energetiche alternative. La maglia nera, invece, va al settore automobilistico che, secondo dieci milioni di Italiani, non presterebbe sufficiente attenzione ai temi legati alla sostenibilità ambientale. E tuttavia, è proprio questo il comparto dal quale gli Italiani si aspettano una “rivoluzione green”.
I cinque atteggiamenti green degli italiani
La ricerca delinea anche cinque comportamenti tipo tra gli Italiani in materia di sensibilità ambientale: complessivamente, sono circa 35 milioni i cittadini green, sebbene con sfumature diverse.
Al primo posto per “virtù ambientaliste” troviamo gli Eco-tech (circa sette milioni di persone, il 16% del campione), giovani sociali e sensibili di età compresa tra i 25 e i 40 anni, che si caratterizzano per l’armonia tra anima tecnologica e ambientalista. Sono scrupolosi nel non danneggiare l’ambiente e attenti ad adottare atteggiamenti che favoriscano persone e territorio.
Abbiamo poi i Sostenibili che rappresentano il 17% della popolazione tra 15 e 75 anni (circa otto milioni). Sono attenti all’ambiente, cui guardano con una certa apprensione e, testimoni della ribellione della natura ai soprusi dell’uomo, cercano di contribuire a ristabilire gli equilibri. Centrali, per loro, le problematiche sociali.
Troviamo quindi i Non (for) profit: circa nove milioni di italiani, 20% del campione. Hanno un atteggiamento ecologico nel senso canonico del termine, mantenendo una sorta di equilibrio tra attenzione ai consumi e atteggiamento virtuoso negli acquisti, cercando di assecondare anche le compere sostenibili. Sono per lo più gli attivisti del terzo settore.
Abbiamo quindi i Retrò (circa 11 milioni di persone, il 23%) che rappresentano principalmente la fascia più matura della popolazione (50 anni e più). Questo gruppo ha cura dell’ambiente e cerca di attuare atteggiamenti virtuosi nello svolgimento delle mansioni quotidiane, purché si rimanga nel confine delle consuetudini condivise dalla maggioranza della comunità. Sono più tristi rispetto a 15 anni fa, e la difficoltà a valorizzare i cambiamenti li rende più pessimisti riguardo al futuro. E poi ci sono gli Indifferenti, circa 11 milioni di Italiani, il 24% del campione. Hanno un atteggiamento scolastico verso l’ambiente: conoscono la teoria ma sono svogliati nella pratica. Per esempio, risultano i più distratti nel fare la raccolta differenziata. Si tratta delle persone meno consapevoli dei cambiamenti intervenuti in Italia negli ultimi 15 anni, con un atteggiamento a tratti distaccato e disinteressato rispetto al mondo.