Conserva (Face): dal Recovery Fund un piano per il recupero dell’alluminio contro i dazi
Il settore dell’alluminio in Italia vale 13 miliardi di euro, siamo secondi solo alla Germania con quasi un migliaio di imprese dirette
Grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si può costruire un piano di sviluppo per assicurare per il recupero dell'alluminio, una strada che potrebbe anche aiutare a eliminare i dazi sull'alluminio grezzo, una misura che costa ogni anno un miliardo di euro all'Europa. A dirlo è Mario Conserva, segretario generale di Face - la Federazione che rappresenta gli interessi delle industrie trasformatrici e utilizzatrici di alluminio in Europa -, il quale, intervistato da LaPresse, ha parlato di un materiale recuperabile e riciclabile che può essere centrale “per automotive, costruzioni e ambito medicale". Il settore dell’alluminio in Italia - aggiunge - vale 13 miliardi di euro: siamo secondi solo alla Germania, con quasi un migliaio di imprese dirette, di cui oltre il 90% sono piccole e medie imprese.
Attualmente in Europa - spiega Conserva - si realizzano "65 milioni di tonnellate di alluminio primario al mondo, ma la proiezione è di 100 milioni di tonnellate nel 2040-2045". L’alluminio primario è prodotto attraverso elettrolisi, ha costi elevati ed è in crisi, mentre per quello secondo, di fatto lo stesso materiale riciclato, c'è ampio margine per coniugare esigenze industriali e di sostenibilità, con margine di manovra per utilizzare le risorse del Recovery
Da questo punto di vista la federazione vede in modo positivo la nascita del MITE perché, spiega Conserva, "si rileva l'attenzione a sviluppare un'area potenzialmente capace di avanzare molto. L'alluminio è un materiale molto giovane, ma possiamo muoverci su innovazione e sui processi nuovi".