Diminuiscono i consumi di PVC in Italia nel 2012
In calo anche l’utilizzo di PVC da riciclo, la disponibilità e il riciclo di scarti industriali; vi è stato invece, anche se leggero, un aumento del riciclo di PVC post-consumo
Il consumo di PVC polimero nel 2012 è diminuito rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore di trasformato pari a circa 660.000 tonnellate. È quanto emerge dallo studio “Il consumo di PVC in Italia – 2012” realizzato da Plastic Consult per conto del PVC Forum Italia.
Il dato è in linea con il trend degli altri materiali plastici. La flessione ha interessato più o meno tutti i settori applicativi sia del PVC rigido sia del PVC plastificato. Edilizia e costruzioni continuano ad essere i settori di maggior impiego del PVC con il 32,2% del totale trasformato anche se la crisi in Italia ha avuto un impatto negativo sul consumo di PVC nelle applicazioni del settore.
Anche la quantità e il riciclo di scarti industriali sono diminuiti mentre vi è stato, anche se leggero, un aumento del riciclo di PVC post-consumo.
Il totale di PVC riciclato è stato stimato pari a circa 65.000 tonnellate di cui il post consumo si aggira attorno alle 15.000 tonnellate (circa il 25%).
Il riciclato da PVC rigido è stato utilizzato, normalmente in taglio con resina vergine, per la produzione di tubi (cavidotti, pluviali, sostegni per floricoltura, ecc..), profilati (zoccolini, coprigiunti, angolari per cemento, ecc..) e monofili per spazzole. Per il PVC plastificato, il grosso degli impieghi si registra nella produzione di tubi per giardinaggio con un certo consumo per membrane impermeabilizzanti e tappetini per auto.