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#disimballati, come prevenire i rifiuti in 4 passi usando l’app Junker

where Milano when Mar, 18/04/2023 who roberto

L’app, che ha già insegnato a differenziare a più di 2 milioni e mezzo di famiglie, adesso lancia una campagna per la riduzione degli imballaggi

Crescono le frazioni di rifiuti sfuso1.jpgurbani differenziati (nel 2021 hanno sfiorato i 19 milioni di tonnellate, pari al 64% - fonte: Ispra) e, grazie all’impegno dei cittadini, migliora anche la qualità della raccolta differenziata (nel 2020 i Consorzi di filiera hanno erogato ai Comuni quasi 628 milioni di euro, +4,3% rispetto all’anno precedente - fonte: Anci-Conai). Purtroppo però in Italia si continuano a generare tanti, troppi rifiuti e nel 2021 la produzione pro capite è tornata al di sopra dei 500 kg l’anno (in aumento del 2,3% rispetto al 2020). “Differenziare i rifiuti è importante, ma non basta”. A dirlo è Noemi De Santis, responsabile comunicazione di Junker, la più diffusa app italiana specializzata proprio in raccolta differenziata. Ecco perché adesso la piattaforma ha deciso di aumentare il proprio impegno per la sostenibilità, lanciando #disimballati, una campagna per sensibilizzare gli italiani sulla prevenzione dei rifiuti e aiutarli, con 4 semplici accorgimenti, a ridurne la produzione. “Potrebbe sembrare strano che questa iniziativa provenga proprio da noi”, spiega De Santis. “In realtà la nostra app lavora per aiutare cittadini e PA a gestire in modo più responsabile ed efficiente i rifiuti urbani. Sul fronte della differenziata, in moltissimi territori, abbiamo già innescato un cambio di passo”. 
 
I consigli
Ecco i consigli messi a punto dal team di esperti di Junker per prevenire la produzione di rifiuti in 4 step. Seguire questi consigli non servirà solo a ridurre la propria impronta ecologica, ma, agendo sulle abitudini d’acquisto di tanti consumatori, aiuterà anche ad orientare i produttori verso un packaging più leggero, riciclabile e sostenibile.
 
Step 1: Acquistare prodotti sfusi
Il primo passo per ridurre gli imballaggi è, banalmente, acquistare prodotti che non ne hanno! Dalla pasta ai legumi, dai cosmetici ai prodotti per la pulizia della casa, sono tantissime le alternative no packaging che si possono acquistare nei negozi alla spina o nei cosiddetti “green corner” dei supermercati. Quello che non tutti sanno è che, in base alla Legge n. 1411 del 2019, è possibile utilizzare i propri contenitori portati da casa, “purché riutilizzabili, puliti e idonei per uso alimentare”. Che cosa frena dunque la diffusione dei punti vendita e il consumo di prodotti sfusi? Junker app insieme al magazine EconomiaCircolare.com e Sfusitalia ha lanciato un sondaggio dal titolo Ma quanto sei sfuso? per conoscere le abitudini e le opinioni degli italiani su questo tema. Ad oggi circa 5500 persone hanno già compilato il questionario.
 
Step 2: Acquistare prodotti con imballaggi ridotti/più leggeri
Un imballaggio più leggero, a parità di contenuto, produce meno rifiuti. Ed è, dunque, un’opzione più sostenibile. Per riconoscerlo, è utile soppesare prodotti della stessa tipologia ma di brand diversi. Oppure controllare se sulla confezione è indicata una riduzione dell’imballaggio rispetto alle versioni precedenti del prodotto. Attenzione: è importante che sia indicato un termine di paragone, altrimenti potrebbe trattarsi di un mero greenwashing! 
 
Step 3: Acquistare prodotti con imballaggi meno complessi
Altra opzione per ridurre i rifiuti è scegliere prodotti con imballaggi meno complessi, cioè con poche componenti da smaltire, o, meglio ancora, monomateriale. In caso di dubbi, è utile rivolgersi a Junker app: scansionando il codice a barre del prodotto prima dell’acquisto, si verifica immediatamente la composizione dell’imballaggio e il suo grado di complessità.
 
Step 4: Acquistare prodotti con imballaggi riciclabili
La scansione del codice a barre del prodotto può tornare utile anche per capire se un imballaggio è differenziabile o meno. Laddove possibile, è infatti preferibile evitare di acquistare prodotti con packaging non riciclabili, prediligendo quelli i cui imballaggi possono invece essere trasformati in materie prime seconde per l’economia circolare. 

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