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Ecodom, sei Paesi europei a confronto sui Sistemi RAEE

where Roma when Mar, 18/06/2019 who roberto

Regno Unito, Francia, Spagna, Portogallo, Olanda e Italia si sono confrontati su dati operativi, metodologie e regole di raccolta dei RAEE nei diversi Paesi

Ogni anno in Europa si generano circa raeeecodom.jpg9 milioni di tonnellate di Rifiuti Elettronici. Di queste solo un terzo, circa 3 milioni di tonnellate, vengono trattate nel pieno rispetto della legge. Il resto viene smaltito in modo non sicuro dal punto di vista ambientale, o finisce per gonfiare discariche abusive sparse per tutto il Pianeta.

È uno dei temi affrontati durante il convegno internazionale “RAEE: sei nazioni a confronto”, che si è tenuto a Palazzo Poli, Roma, alla presenza di Christian Brabant di ESR, Mark Burrows-Smith di REPIC, Andreu Vilà di ECOTIC, Pedro Nazareth di ELECTRAO, Jan Vlak di WECYCLE e Giorgio Arienti di Ecodom, i principali Sistemi Collettivi a livello Europeo. Le conclusioni dei lavori sono state affidate a Manuela Soffientini, Presidente di APPLIA ITALIA e al senatore Luca Briziarelli, Vicepresidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti.

Sei Paesi a confronto - È la Francia il Paese del sestetto che, nel triennio 2015-2017, ha immesso più Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche nel proprio mercato con un quantitativo medio corrispondente a 1.487.418 tonnellate all’anno. In seconda posizione si piazza il Regno Unito con 1.391.642 tonnellate, seguito da Italia (848.011 t), Spagna (551.947 t), Olanda (333.785 t) e Portogallo (141.987 t).

L’Italia è ultima per dato medio pro-capite - La Francia è la prima nazione anche nel ritiro dei RAEE domestici, con un quantitativo che, nel 2018, è stato di 728.569 tonnellate. Anche in questa classifica, il Regno Unito è secondo con 493.323 t, seguito da Italia (310.610 t), Spagna (268.003), Olanda (167.235) e Portogallo (67.692), che però conteggia nella cifra fornita sia i RAEE domestici che quelli professionali.

I Paesi promossi e quelli bocciati - Nonostante il Sistema RAEE Italiano sia considerato una “best practice” dalla Comunità Europea dal punto di vista organizzativo (per l’esistenza di un “modello multi-consortile regolato”, con più Sistemi Collettivi operanti in concorrenza tra loro sotto il controllo del Centro di Coordinamento RAEE), c’è però ancora un gap importante tra i risultati di raccolta italiani e gli obiettivi fissati dalla Direttiva Europea sui RAEE.

Analizzando i dati del 2018, tra i sei Paesi partecipanti all’incontro organizzato da Ecodom, quattro hanno superato il target di raccolta del 45% fissato fino all’anno scorso dall’Unione Europea. Il tasso di ritorno (ovvero il rapporto tra RAEE gestiti e media delle AEE immesse sul mercato nei tre anni precedenti) è stato del 50% in Olanda, del 49% in Francia e Spagna e del 48% in Portogallo. Non hanno raggiunto la quota minima né l’Italia, ferma al 37%, né il Regno Unito con il 35%. In attesa di conoscere i numeri relativi al 2019, sembrerebbe improbabile per tutte e sei le nazioni riuscire a raggiungere il target minimo del 65% in vigore dall’inizio di quest’anno: “Dal 2019 – recita l’articolo 7 della norma - il tasso minimo di raccolta da conseguire ogni anno è pari al 65% del peso medio delle AEE immesse sul mercato nei tre anni precedenti o, in alternativa, all'85% del peso dei RAEE prodotti”.

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