Gomma e plastica: due settori che valgono oltre 23 miliardi
Dalle rilevazioni del Centro Studi Confindustria emergono forti preoccupazioni sui costi dell’energia e su quelli delle materie prime. Più che raddoppiata l’incidenza di questi costi sul totale di quelli di produzione nei settori della gomma e della plastica (+105%)
I comparti della gomma e della plastica attualmente contano 140.000 addetti e nel 2021 hanno superato i 23 miliardi di euro di fatturato in Italia. È quanto emerso dalla prima Assemblea Pubblica a un anno dall’insediamento dei nuovi vertici di Federazione Gomma Plastica, l’organizzazione di categoria in ambito confindustriale, che rappresenta gli interessi delle Industrie della Gomma, dei Cavi Elettrici e delle Industrie Trasformatrici di Materie Plastiche.
I costi crescenti delle materie prime
Il Centro Studi di Confindustria ha evidenziato i temi di maggiore importanza per le imprese e le filiere industriali italiane, facendo luce sulle criticità che stanno attraversando in termini di costi dell’energia, carenza di materie prime e problemi logistici, dovuti principalmente al conflitto in corso in Ucraina, dopo due anni di pandemia.
Le parole dei presidenti
“I settori della gomma e della plastica, nonostante le difficoltà legate all’aumento dei costi energetici e alla crescente complessità di reperimento delle materie prime, oltre che ai gravi problemi logistici dovuti al difficilissimo contesto internazionale, continuano a svolgere un ruolo di primo piano non solo nelle filiere industriali strategiche del nostro Paese, ma anche in quelle internazionali - commenta Marco Do, Presidente di Federazione Gomma Plastica. – È però evidente che il quadro della situazione presentato dal Centro Studi Confindustria ci preoccupa molto: settori importanti e solidi come i nostri si trovano ad affrontare una situazione che non vedevamo da decenni e che può portare a conseguenze pesanti sulla marginalità dei due comparti.” “La Federazione Gomma Plastica ha intrapreso con coraggio la strada del cambiamento, tenendo saldi i propri valori e accelerando il passo in risposta alle trasformazioni recenti del contesto economico, sociale e attuale - sottolinea Alberto Marenghi, Vice Presidente di Confindustria con delega all’Organizzazione, Sviluppo e Marketing - : un approccio che si lega anche a un’attenzione crescente ai temi del marketing e della comunicazione. I risultati sono tangibili: aver saputo insistere su alcuni temi di primo piano per le imprese - come la plastic tax, introdotta nel 2019 e più volte rinviata per merito dell'azione incisiva di Confindustria e della Federazione - e aver proposto soluzioni di medio e lungo periodo per attutire l’impatto del caro-energia. “La produzione dell’industria italiana della gomma è aumentata del 19% nel 2021 riportandosi quasi ai livelli del 2019, ma è in frenata nel 1° trimestre 2022 (-2%). La redditività si è nettamente ridotta – afferma il Presidente di Assogomma Livio Beghini – . Tutto ciò è dovuto ad aumenti generalizzati dei costi delle materie prime, dei noli e dei trasporti, a cui si sono sommati quelli del tutto imprevisti dei prodotti energetici. Da ultimo, il conflitto bellico che, oltre a produrre generali effetti depressivi, per la nostra industria assume una connotazione particolare, visto che importiamo da quelle aree circa il 40% di alcune materie prime strategiche come il carbon black e il cord metallico. “Il nostro settore - dichiara il Presidente di Unionplast, Marco Bergaglio - stava per sollevarsi dalla crisi legata alla pandemia, ma i rincari di energia e materie prime hanno proiettato una lunga ombra sulle prospettive di ripresa del comparto, a cui si aggiunge la temutissima partenza nel 2023 della Plastic Tax, con tutti i dubbi mai risolti che si porta dietro; tassa che non comporterà nessun investimento per il settore in particolare per l’economia circolare, creando al contrario una ulteriore contrazione del mercato e un trasferimento del costo sul consumatore finale. Le misure alternative esistono.”