L’industria dei RAEE è in difficoltà per il crollo dei prezzi delle materie prime
Lo ha detto Danilo Bonato, direttore generale di Remedia, sistema collettivo per la gestione dei Rifiuti elettrici ed elettronici
“L'industria del riciclo, e in particolare la filiera di gestione dei Raee, è in difficolatà poiché gli impianti di trattamento faticano a trovare mercati di sbocco per i materiali ottenuti dalle operazioni di riciclo”. Così Danilo Bonato, direttore generale di Remedia, sistema collettivo per la gestione dei Rifiuti elettrici ed elettronici, in merito al crollo dei prezzi delle materie prime.
Le stime per il 2016 - “La Banca Mondiale, nel suo Commodity Markets Outlook, ha tagliato le stime per 37 su 46 materie prime a livello mondiale prevedendo un'ulteriore diminuzione - ricorda Bonato - i prezzi delle materie prime non energetiche caleranno del 3,7% nel 2016, con i metalli in ribasso del 10% dopo il calo del 21% nel 2015. Più nel dettaglio, i prezzi del ferro, contenuto in grandi quantità negli elettrodomestici, potrebbero diminuire del 25% entro la fine del 2016, mentre il rame, presente ad esempio negli smartphone, potrebbe scendere del 9%”.
Il dg di Remedia sottolinea che “un'economia basata sul riciclo può funzionare in modo efficace e in una prospettiva di lungo periodo solo se si sarà capaci di attribuire il giusto prezzo legato all'utilizzo di materie prime vergini da parte dell'industria, che non deve considerare soltanto i costi di produzione, ma anche gli impatti ambientali, quali il consumo di suolo, di energia e di acqua, componenti essenziali del capitale naturale che dobbiamo tutelare per le generazioni future”. “Una politica di sostegno all'industria del riciclo e, più in generale, ai modelli di economia circolare deve essere dunque in grado non solo di agire sulla prevenzione dei rifiuti e la progettazione ecocompatibile dei prodotti ma, allo stesso tempo, di stimolare la domanda per tali prodotti, attraverso incentivi efficaci e una corretta contabilizzazione dei costi ambientali sostenuti dalla collettività”, conclude.