Intervista. Miniere urbane e segmento tessile nel riciclo integrato secondo Haiki+
L’amministratore delegato Flavio Raimondo delinea le prospettive e le sfide del riciclo, dalla gestione dei Raee al "landfill mining", fino alle innovazioni nell'industria del recupero. L’impianto di Lazzate. I problemi dei Raee
di Luca Gringeri
La gestione dei Raee, il segmento tessile, le miniere urbane del "landfill mining", fino alle innovazioni nell'industria del recupero. Ecco le prospettive del settore del recupero e del riciclo secondo Flavio Raimondo, amministratore delegato di Haiki+, azienda che opera nel settore della gestione e trasformazione dei rifiuti. Haiki+ non si occupa solo della raccolta e del trattamento dei rifiuti, ma si spinge oltre, puntando a un modello di economia circolare che guarda al futuro.
Raimondo, partiamo dal significato del nome "Haiki+".
Haiki, in giapponese, significa "rifiuto". Abbiamo aggiunto il "+" per sottolineare il nostro approccio: noi non vediamo il rifiuto come qualcosa di negativo, ma come una risorsa. È una materia prima che, se correttamente trattata, può essere reintrodotta nel circuito economico e produttivo. Oggi, con la scarsità di materie prime, credo che il rifiuto rappresenti una risorsa strategica. Guardare al rifiuto come materia prima o seconda è una soluzione per affrontare molte delle problematiche legate al mercato delle risorse.
Due parole sulla storia di Haiki+.
Haiki+ è un'azienda che opera a ciclo integrato. Iniziamo con la raccolta dei rifiuti, li trasformiamo nei nostri impianti di produzione e poi gestiamo il residuo decadente attraverso le nostre discariche. abbiamo un’integrazione sia orizzontale che verticale. Le quattro aree principali di Haiki+ sono: Haiki Electrics, che gestisce gli impianti di trattamento dei Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche); Haiki Mines, che gestisce quattro discariche tra Lombardia e Liguria; Haiki Cobat, che si occupa della gestione dei rifiuti delle batterie, in particolare quelle al litio e al piombo; e infine Haiki Recycling, che opera sul recupero di materiali tradizionali come ingombranti, carta, plastica. In Piemonte, per esempio, abbiamo un impianto che recupera il 96% del materiale conferito.
Qual è stato il più recente impianto aperto da Haiki+?
Il nuovo impianto, operativo da giugno, si trova a Lazzate, in Lombardia. Si tratta di un impianto altamente innovativo, con un investimento di 5 milioni di euro, capace di trattare fino a 50mila tonnellate l'anno. Questo impianto è dotato di tecnologie avanzate, tra cui un sistema antincendio di ultima generazione, sviluppato in collaborazione con i vigili del fuoco. È un impianto sicuro e super-controllato, che non gestisce rifiuti organici, ma si occupa dei materiali provenienti dal tessuto industriale lombardo.
Parliamo di Haiki Mines e del landfill mining, ovvero le miniere urbane. Di che si tratta?
Il landfill mining non è più un’idea, ma una realtà. Abbiamo completato quest’anno l'ultima conferenza di servizi e siamo in attesa dell'autorizzazione dalla provincia di Brescia per avviare i lavori. Si tratta di un progetto pionieristico in Italia: estrapoliamo materiale da una discarica chiusa (prima del 1990) e recuperiamo materiali come carta, plastica, metalli, ferro, che verranno reimmessi nel circuito economico. L’idea è rimediare alle discariche obsolete, riutilizzando il materiale in modo sicuro e rispettoso dell’ambiente, con le tecnologie più moderne, e colmare il divario tra i sistemi di sicurezza di oggi e quelli in vigore prima del 1990.
E per quanto riguarda il recupero dei Raee? Come sta andando la raccolta di questi rifiuti, che spesso sono difficili da conferire?
La gestione dei Raee è un tema complesso. Molti pensano solo a frigoriferi e lavatrici quando si parla di Raee, ma in realtà questi rifiuti comprendono anche piccoli dispositivi elettronici come telefoni, radio e schede elettroniche. Il sistema italiano è piuttosto articolato e funziona su un sistema di assegnazione per quantità, con impianti complessi. Oggi, Haiki+ gestisce 8 impianti per il trattamento dei Raee. C'è bisogno di un sistema di raccolta più capillare, soprattutto per i Raee domestici. Ad esempio, quante persone hanno vecchi telefoni nei cassetti? Sono rifiuti che contengono metalli preziosi, ma spesso i cittadini non sanno come smaltirli correttamente. Per incentivare questa raccolta, serve una maggiore collaborazione tra il pubblico e il privato, oltre a una normativa che semplifichi il processo.
Raimondo, quali sono le prospettive di Haiki+ per il 2025 e oltre?
Haiki+ è un’azienda che punta a progetti concreti. Non ci limitiamo a fare previsioni, ma a realizzare quello che pianifichiamo. Guardando al futuro, continueremo a sviluppare un sistema impiantistico sempre più complesso e avanzato. Un’area interessante è quella del riciclo del tessile, che ha bisogno di impianti complessi e di una normativa che faciliti il recupero della fibra. Sebbene si parli molto di recupero chimico e meccanico, occorre che ci sia un supporto normativo che consenta di trasformare le idee in realtà. Inoltre, puntiamo a impianti sempre più integrati, in grado di recuperare materiali oggi non recuperabili. Il nostro obiettivo è contribuire attivamente a una vera economia circolare.