PNRR, il MiTE proroga di un mese il termine per i fondi all’economia circolare
Dopo l’allarme di Unirima, preoccupata per il mancato inserimento del revamping e la risposta del ministero, arriva in settimana la fumata bianca. Ma la Toscana protesta per la proroga dell’ultima ora
Ci sarà ancora un mese di tempo per la presentazione delle domande per i fondi del PNRR al capitolo dedicato all’economia circolare. Lo ha deciso il Ministero della transizione ecologica dopo un incontro tra i tecnici del Ministero e i rappresentanti l'Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri (Unirima), che nei giorni precedenti aveva lanciato l’allarme sui limiti all’accesso ai fondi della Missione M2C1, destinati alla realizzazione dei progetti finalizzati ad ammodernare gli impianti di riciclo dei rifiuti di carta e cartone.
L’allarme di Unirima
L’interpretazione dell’avviso della linea di intervento B per gli investimenti in progetti di economia circolare adottata dal Ministero, secondo l’associazione, appare infatti irragionevolmente restrittiva, vanificando l’erogabilità dei fondi alle imprese, e di fatto aumenta il divario in termini di partecipazione ai bandi. Nella versione italiana - scrive Unirima - , i costi ammissibili “sono quelli necessari per realizzare un’attività di riciclo migliore o più efficiente rispetto a quella che risulta da un processo tradizionale. Contrariamente allo spirito del PNRR e alla normativa che disciplina gli aiuti di Stato per il riciclo di rifiuti, in cui non viene richiesto che il finanziamento sia da destinare allo sviluppo di “tecnologie nuove e innovative”, l’interpretazione restrittiva adottata dal MITE impone dunque “oneri progettuali eccessivi in capo agli operatori economici e acuisce a dismisura il divario in termini partecipativi tra le imprese che partecipano alle diverse linee di investimento dei bandi in violazione delle regole della concorrenza”.
La risposta del Mite
L’incontro di chiarimento, avvenuto in settimana, ha contribuito a chiarire gli equivoci e la proroga ha evidenziato l’apertura del Governo agli interessi dell’industria; ma, nei giorni successivi alla presa di posizione di Unirima, il Mite aveva risposto per le rime ricordando che “i bandi per i finanziamenti del Pnrr alle imprese dell’economia circolare stanno andando bene, con 222 domande già presentate, per un totale di circa 508 milioni di euro sui 600 disponibili”. “Le affermazioni di Unirima circa un presunto “flop” dei bandi a causa di criteri troppo restrittivi per la selezione dei progetti - si leggeva in una nota -, sono basate su dati non aggiornati e non sono quindi corrette”. Non solo, il ministero respingeva anche la critica che i criteri di assegnazione fossero “troppo restrittivi per le aziende italiane, finanziando solo l’innovazione tecnologica, e non il revamping degli impianti. Le imprese italiane del settore, che non sono rappresentate tutte da Unirima, non hanno trovato i criteri di assegnazione troppo restrittivi, tanto è vero che la risposta ai bandi è stata buona”.
La proroga è un danno per la Toscana
Ma non tutti esultano per questa proroga. Il presidente della Toscana Eugenio Giani e dell’assessora all’ambiente Monia Monni parlano di un danno per la Toscana, un favore a chi non è riuscito a fare progetti. “La proroga concessa dal MiTE - ha commentato Giani -, un giorno prima della scadenza dei bandi, penalizza duramente il significativo lavoro portato avanti da Regione, ATO e aziende che hanno preso molto seriamente la sfida lanciata dal Governo sulla transizione ecologica. Nei tempi richiesti, la Toscana ha candidato nel suo complesso interventi per 400 milioni di euro, con l’obiettivo di rendere effettiva l’economia circolare nella nostra Regione. Oggi subiamo un danno grave e intendiamo denunciarlo con forza”.