Riciclo ecoefficiente: Italia seconda in Europa con 33 milioni di tonnellate
Presentato al Parlamento europeo lo studio del Kyoto Club con i consorzi. In Europa siamo dietro solo alla Germania. Il riciclo consente di risparmiare 53 milioni di tonnellate di CO2 in un anno, pari al 10% delle emissioni italiane. Lo studio in pagina Approfondimenti
Il sistema italiano della raccolta differenziata e del riciclo ha retto meglio di altri alla crisi. Sono infatti ottimi i risultati per tutte le filiere: con 33 milioni di tonnellate di materie recuperate nel 2010 l’Italia è leader in Europa dopo la Germania.
È quanto emerge dallo studio “Il riciclo ecoefficiente. L’industria italiana del riciclo tra globalizzazione e sfide della crisi” curato da Duccio Bianchi, dell’istituto di ricerche Ambiente Italia, e presentato in queste ore al Parlamento europeo di Bruxelles. La ricerca, giunta alla terza edizione, è stata promossa dal gruppo di lavoro Riciclo e recupero del Kyoto Club e commissionato dai consorzi di filiera Cial, Comieco, Conai, Ricrea, Corepla e Rilegno.
Più nel dettaglio, il riciclo consente di risparmiare 53 milioni di tonnellate di CO2 in un anno, pari al 10% delle emissioni italiane. E, confermano gli esperti, questi vantaggi ambientali si mantengono anche se il riciclo non avviene in Italia ma le materie seconde sono esportate all’estero.
L’andamento del settore, materia per materia, è positivo anche se, come è noto, l’industria siderurgica con la crisi ha registrato una riduzione dei quantitativi assoluti riciclati. Il tasso di riciclo è invece cresciuto enormemente passando dal 77% degli anni ante-crisi all’83% del 2009 per riassestarsi al 79% nel 2010. La produzione di alluminio primario tra il 2008 e il 2010 si è ridotta del 30%, quella di alluminio secondario soltanto del 5% mentre la raccolta differenziata e il riciclo degli imballaggi in alluminio nel biennio sono cresciuti del 20%, raggiungendo nel 2010 il riciclo del 72,4% dell’immesso sul mercato.
La raccolta differenziata degli imballaggi in plastica, nel 2009 e nel 2010, è continuata ad aumentare, pur in una fase di contrazione dell’immesso sul mercato. Nel caso specifico della carta, invece, la flessione dei livelli produttivi ha interessato anche il consumo delle materie seconde e un moderato incremento del tasso di riciclo, che raggiunge circa il 60%, l’80% per i soli imballaggi, non è stato in grado di assorbire l’alto livello di raccolta. Le raccolte sono state assorbite dalla domanda internazionale, in particolare dalla Cina.
Il settore del legno e dell’arredamento è da sempre caratterizzato da un consistente riciclo. Particolarmente importante, spiega lo studio, la raccolta degli imballaggi in legno: rispetto all’immesso al consumo, il tasso di recupero è pari al 62,8% nel 2010, il valore più elevato finora registrato.
Il riciclo costituisce una delle componenti più dinamiche della green economy a livello europeo, con oltre 500mila occupati. Il fatturato delle attività legate alle sette principali materie riciclabili (vetro, carta, plastica, ferrosi, rame e alluminio, metalli preziosi e altri metalli), infatti, è quasi raddoppiato a prezzi correnti da 32,5 miliardi di euro nel 2004 a 60,3 miliardi nel 2008. E dopo la crisi economica che ha investito l’Europa alla fine del 2008, nel 2010 sono riprese le quotazioni e i consumi a livelli comparabili e talora superiori.
Nel suo complesso, l’eco-industria su scala comunitaria (Europa a 27 paesi) ha visto crescere il proprio fatturato dai 232 miliardi di euro del 2004 ai 319 miliardi del 2008. Sul mercato globale si muovono 200 milioni di tonnellate di materie che valgono 90 miliardi di dollari.
Leggi qui lo studio “Il riciclo ecoefficiente. L’industria italiana del riciclo tra globalizzazione e sfide della crisi”