Stop alle stoviglie di plastica in Francia. Corepla: “Ma noi abbiamo già risolto il problema”
Per il presidente Antonello Ciotti i francesi hanno sostenuto il provvedimento perché i loro impianti di selezione sono generalmente piccoli, motivo per cui non riescono a separare numerosi prodotti
La Francia, prima al mondo, vieta le stoviglie monouso in plastica. Ci si arriverà attraverso un percorso graduale: in pratica, dal 2020 potranno essere messi in commercio solo tazze, piatti e bicchieri usa e getta idonei al compostaggio domestico e contenenti almeno il 50% di materiali biobased (ottenuti da materie prime rinnovabili come amido di mais, fibre tessili di cellulosa ecc.), quota che salirà al 60% dal 2025.
La norma, del 30 agosto scorso, fa parte della 'Transizione energetica per la crescita verde', un quadro normativo con l'obiettivo di mitigare l'impatto del cambiamento climatico. In un’ottica di riduzione degli sprechi e della produzione di materie plastiche può sembrare una rivoluzione possibile e auspicabile. Ma è praticabile una legge analoga in Italia?
Da parte sua Corepla, il Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio ed il Recupero degli Imballaggi in Plastica, ricorda che l’Italia si pone tra i Paesi più virtuosi a livello europeo nei tassi di riciclo. “I francesi - dice all’Adnkronos il presidente Antonello Ciotti - in questo caso sono un po' indietro perché noi già ora riusciamo a differenziare queste stoviglie, abbiamo dei prodotti che vengono riformulati basandosi sul riciclato proveniente dalle stoviglie monouso. La Francia non ha questa struttura di riciclo all’interno del Paese, gli impianti francesi di selezione sono generalmente piccoli e non molto moderni per cui non riescono a separare numerosi prodotti, come riusciamo noi. Quindi sono personalmente contrario a questo bando perché noi abbiamo già risolto il problema, li raccogliamo e li ricicliamo”.