Tuttoecomondo, il giorno dopo. Le sfide dell'industria del riciclo e quelle della raccolta tessile
Unirima, Assorimap, Assofermet e Unirau hanno sottolineato come forzare il mercato attraverso restrizioni all'export rischi di creare scompensi e indebolire un settore in cui l'Italia è leader
Le nuove misure protezionistiche che limitano l'esportazione di rifiuti non pericolosi valorizzabili sono state al centro del dibattito di un convegno organizzato dal comitato tecnico scientifico di ecomondo, Unirima, Assorimap e Assofermet che ha analizzato le sfide che l'industria italiana del riciclo di metalli, plastica e carta sta affrontando nel contesto internazionale. L'evento ha messo in luce come le imprese del settore, pur svolgendo un ruolo fondamentale per l'economia circolare e il raggiungimento degli obiettivi Ue, si trovino oggi a fronteggiare crescenti difficoltà. Dai lavori è emersa la necessità di una strategia di auto-sostenibilità che permetta di sostituire efficacemente le materie prime nei processi industriali con materiali recuperati, attraverso una rimodulazione tecnologica del sistema produttivo europeo. Le tre associazioni di categoria hanno sottolineato come forzare il mercato attraverso restrizioni all'export rischi di creare scompensi e indebolire un settore in cui l'Italia è leader. La soluzione proposta è lo sviluppo di strumenti che facilitino l'integrazione dei materiali recuperati nei processi industriali interni, lasciando che sia il mercato stesso a ridefinire autonomamente le dinamiche di esportazione.
Rifiuti tessili: le nuove sfide della raccolta e del riciclo
Esperti del comitato tecnico scientifico di Ecomondo e Unirau hanno fatto il punto sullo stato dell'arte della gestione dei rifiuti tessili urbani, un settore che rappresenta il quarto con l’impatto più elevato sull'ambiente, con un significativo consumo di acqua, suolo, materie prime ed emissioni di gas serra. L'evento ha esplorato i diversi modelli di raccolta attraverso le esperienze di Anci, Utilitalia e operatori internazionali come Humana People to People.
“I rifiuti tessili urbani sono prodotti post consumo complessi che richiedono una gestione differente rispetto ad altri rifiuti urbani per la loro predisposizione al riuso”, ha dichiarato Andrea Fluttero, presidente Unirau aprendo il convegno. Ha poi evidenziato le sfide: “Il fast fashion e la minore durevolezza dei prodotti stanno complicando il riuso. Con l'obbligo di raccolta dal 2025, prevediamo un aumento dei quantitativi, nonostante la crisi economica”. Ha concluso, evidenziando “la necessità di un’armonizzazione dei decreti per evitare di far ricadere sui consumatori aumenti dell'eco-contributo dovuti a scelte gestionali non ottimali”.
Durante i lavori è stato evidenziato come la visione europea per il 2030 punti su prodotti tessili durevoli, riparabili e riciclabili, con contenuto di fibre riciclate e privi di sostanze pericolose, prodotti nel rispetto dei diritti sociali e dell'ambiente. Un obiettivo che passa attraverso l'introduzione del "passaporto digitale" e norme armonizzate sulla responsabilità dei produttori per migliorare le raccolte differenziate e incentivare modelli di business circolari in contrasto alla diffusione del fenomeno del fast fashion.