Anie Gifi lancia l’allarme lavoro nel fotovoltaico: a rischio un posto su due
Sono questi i risultati di un’indagine condotta fra le aziende associate presentati da Anie/Gifi. La ricerca evidenzia inoltre che "nei primi nove mesi del 2013 sono oltre 8mila i lavoratori del fotovoltaico ad aver perso il lavoro dal 2011 ad oggi”
È crisi nerissima per le aziende del fotovoltaico, il cui valore economico sembra essersi dissolto al punto da mettere a rischio, nel 2013, il 50% dei posti di lavoro e quasi la metà del fatturato delle aziende, rispetto ai dati 2011. È questo il drammatico quadro dei dati presentati da Anie/Gifi in un’indagine condotta fra le aziende associate e presentata nel corso di un incontro con il Consorzio delle Banche popolari italiane.
La ricerca evidenzia come “nei primi nove mesi del 2013 nell’industria fotovoltaica italiana le ore medie di ricorso alla Cig siano più che raddoppiate rispetto al 2012, portando a quasi 4.000 il numero di dipendenti in cassa integrazione nel 2013”.
“La sopravvivenza del settore è a rischio - dichiara il presidente, Emilio Cremona - : sono oltre 8mila i lavoratori del fotovoltaico che dal 2011 hanno perso il lavoro. La visione negativa che è stata proposta negli ultimi mesi dai vari stakeholder, aziendali e istituzionali, non rende assolutamente merito ad un settore che ha investito fortemente in ricerca e sviluppo, consentendo la riduzione di quasi l’80% dei costi della tecnologia per gli utenti finali”.
Infatti, “la riduzione delle commesse per le aziende e degli investimenti da parte degli utenti finali e l’aumento della cassa integrazione sono un danno notevole anche per le casse dello Stato e, di conseguenza, per tutto il Sistema Paese”, rileva l’indagine.
A fronte di investimenti “per oltre 40 miliardi di euro tra il 2010 e il 2012, le imposte generate hanno superato i 6 miliardi di euro. A questo va aggiunto un ulteriore onere di quasi 45 milioni di euro nel 2013 per sostenere la cassa integrazione”.
“Duole constatare che in Italia, dove il rilancio dell’economia dovrebbe essere al primo punto dell’Agenda politica, non ci sia ancora un progetto industriale che valorizzi il miglior investimento del sistema Paese fatto negli ultimi anni: quello in energie rinnovabili - prosegue Cremona - , progetto che dovrebbe nascere da una seria concertazione fra le varie parti: industria, governo e sindacati”.
Il settore del fotovoltaico “non ha bisogno di ulteriori incentivi, ma di un sistema di detrazioni fiscali esteso alle aziende che favorisca l’autoproduzione di energia da fonte rinnovabile e permetta la diffusione dei sistemi di accumulo e delle tecnologie per le smart grid – conclude Cremona - ; in questo modo l’incremento della generazione distribuita avvenuta grazie agli incentivi potrebbe essere valorizzata in modo da ridurre la bolletta elettrica delle Pmi”.